«Cosa c’è di più inquietante che vivere nella consapevolezza che non potrai rientrare più a casa perché in quella casa sono stati messi dei sigilli e la serratura cambiata?! Questo toglie ad una persona, ad una famiglia, il vivere insieme quotidiano, la progettazione della propria esistenza, il futuro». É l’incipit della lettera che Loredana Pantaleone, consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle e membro Caritas, ha inviato a Collenews per denunciare «la situazione di una famiglia che da ieri sera vive in macchina; è nella disperazione».
La denuncia «Io e poche altre persone – scrive la Pantaleone – abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità andando a bussare alle Istituzioni, al Comune, alla Chiesa. Senza risultato. Ognuno ha dato le sue giustificazioni e si è voltato dall’altra parte. Allora io mi chiedo: in che Paese viviamo se non si può rispettare ciò che dice la Costituzione sul diritto alla casa? Dove è lo Stato? Dove è il Comune? E dove è la Chiesa, quella Chiesa che sull’esempio di Gesù Cristo dovrebbe aprire le porte ai più deboli ai più disagiati?».
Un diritto civico «Il diritto all’abitazione (conosciuto anche come “Diritto alla casa” oppure “diritto all’alloggio”) è il diritto economico, sociale e culturale ad un adeguato alloggio e riparo. É un diritto presente in molte Costituzioni nazionali, nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e nella Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali all’art.31 (uno dei primi documenti a farne menzione esplicita) e nel Trattato di Lisbona all’art, 34. Nella Costituzione italiana il diritto all’abitazione è richiamato all’art.47 e in ripetute sentenze della Consulta. É doveroso da parte della comunità intera impedire che delle persone possano rimanere prive di abitazione. Il diritto all’abitazione rientra infatti, tra i requisiti essenziali caratterizzanti la socialità cui si conforma lo Stato democratico voluto dalla Costituzione. Il diritto ad un’abitazione dignitosa rientra, innegabilmente, tra i diritti fondamentali della persona. Creare le condizioni minime di uno Stato sociale, concorrere a garantire al maggior numero di cittadini possibile un fondamentale diritto sociale, quale quello dell’abitazione, contribuire a che la vita di ogni persona rifletta ogni giorno e sotto ogni aspetto l’immagine universale della dignità umana, sono compiti cui lo Stato non può abdicare in nessun caso. Indubbiamente l’abitazione costituisce, per la sua fondamentale importanza nella vita di un individuo, un bene primario che deve essere adeguatamente e concretamente tutelato dalla legge».
La posizione della Chiesa «Anche la Chiesa con Papa Francesco afferma il diritto alla casa con queste parole: “Casa. L’ho già detto e lo ripeto: una casa per ogni famiglia. Non bisogna mai dimenticare che Gesù nacque in una stalla perché negli alloggi non c’era posto, che la sua famiglia dovette abbandonare la propria casa e fuggire in Egitto, perseguitata da Erode. Oggi ci sono tante famiglie senza casa, o perché non l’hanno mai avuta o perché l’hanno persa per diversi motivi. Famiglia e casa vanno di pari passo!”».
«Abbiamo fallito!» «La Costituzione afferma il diritto alla casa! Papa Francesco grida il diritto alla casa! Di nuovo solo parole di una società ipocrita? Abbiamo fallito! Una comunità che non riesce a dare una risposta ad una esigenza ed un diritto primario quale è la casa è una comunità fallita. Di chi è la colpa? Non lo so. So soltanto che alcuni cittadini italiani della zona saranno costretti a vivere in macchina. Spero che le istituzioni tutte, laiche e religiose, lavorino insieme e trovino risposta a questa ingiustizia».
La posizione dell’assessore «Il nostro Comune – così replica l’assessore al sociale, Donatella Fantozzi – ha sempre avuto come priorità la tutela e la salvaguardia delle fasce socialmente deboli, ciò è verificabile semplicemente consultando il bilancio comunale che, in quanto atto pubblico, è consultabile da chiunque: ciascun cittadino può verificare la spesa pubblica rivolta al Sociale. Alla famiglia in questione abbiamo consigliato di trovare un sistemazione temporanea dai parenti ed abbiamo offerto la possibilità di pagare il loro albergamento temporaneo presso un B&B in attesa di avere disponibilità sulle casa adibite ad emergenza abitativa. Abbiamo anche cercato il
supporto di enti no profit del territorio, garantendo noi il pagamento delle spese, ma ci è stato risposto di no».
«Le situazioni di fragilità sono in aumento ma questo non ha impedito al Comune di Collesalvetti (e alla Comunità intera) di far fronte alle emergenze; credo sia corretto ed equilibrato ricordare che a fronte della famiglia di cui parliamo ce ne sono altre (e sono molte) tutelate e sostenute da tempo e nel tempo, altrimenti rischiamo di concentrarci su un solo elemento e non su tutta la complessità che tali situazioni comportano».
Seguici su Twitter, clicca qui