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Leonardo Del Corso, presidente del comitato per il SÌ

Collesalvetti La campagna referendaria è alle battute finali. Domenica 4 dicembre si vota per confermare o disapprovare le riforme costituzionali del Governo Renzi. In quest’ultimo giorno di campagna Collenews ha intervistato i presidenti dei due Comitati referendari, quello per il SÌ e quello per il NO. Qua di seguito, l’intervista a Leonardo Del Corso, presidente del Comitato colligiano per il SÍ al referendum, che spiega ai lettori di questa testata perché a suo giudizio è opportuno un voto confermativo della riforma.

 

Del Corso, domenica si vota per il referendum  costituzionale. Lei è presidente del comitato colligiano per il SÍ.  Sinteticamente, per i lettori di Collenews, quali sono per lei 5 buone ragioni per votare SÍ a questa riforma?

«Innanzitutto avremo finalmente un sistema parlamentare snello ed efficiente, adeguato agli altri Stati europei; siamo infatti gli unici ad avere due Camere speculari che si ostacolano a vicenda. In secondo luogo si risparmieranno 315 indennità, visto che i nuovi componenti, ovvero consiglieri e sindaci, saranno chiamati a dare il loro contributo ad indennità zero; in relazione a questo la presenza dei consiglieri nel Senato renderà Regioni e realtà locali più vicine allo Stato ed alle decisioni nazionali. Quarto punto: i cittadini potranno votare un Parlamento responsabile finalmente in grado di poter governare stabilmente, e quinto ed ultimo punto, la risoluzione dei conflitti di attribuzione delle competenze tra Stato e Regioni che sono stati causa di sprechi e ritardi».

 

Se, obiettivamente, dovesse rilevarne i limiti o i difetti, invece, quali elencherebbe?

«Onestamente ritengo che un risultato migliore di questo non fosse raggiungibile, dobbiamo ricordarci sempre che la riforma costituzionale non è un esercizio di teoria, ma la sintesi del lavoro fatto dai parlamentari. E per quanto oggi, autorevoli esponenti da Destra a Sinistra, che hanno più volte votato questa riforma, tentino di smarcarsi come se non fosse frutto anche del loro lavoro, questa è la riforma frutto della migliore sintesi possibile date le condizioni di partenza. Ad oggi tutte le forze politiche che si contrappongono alla riforma vedono in chi l’ha proposta il difetto principale, quindi attenendomi al testo, che difetti dovrei trovare io?».

 

Come giudica la campagna e, più in generale, il clima che si è respirato nel territorio colligiano per questo referendum?

«La campagna elettorale a livello nazionale è stata subito condizionata dalla suddivisione in due fazioni: pro e contro Renzi e questo ha portato ad uno scontro costante su temi non inerenti al quesito referendario. Per nostro conto abbiamo cercato di rimanere ancorati al merito propositivamente, per coinvolgere la popolazione in una riflessione costruttiva».

 

Alle tante famiglie in difficoltà, a chi non arriva alla fine del  mese, ai giovani incerti per il loro futuro, agli anziani con una  pensione da fame cosa porta in maniera diretta o indiretta questa  riforma? Cosa giova loro votare SÍ?

«I cittadini non vedono una correlazione diretta tra loro e la riforma costituzionale, e a loro, abbiamo cercato di far capire, che grazie al cambiamento ed alla stabilità conseguente, il Parlamento potrà legiferare in tempi certi; saranno più vicini alle istituzioni, sia per la nuova composizione del Senato, che per l’obbligo che avrà il Parlamento di discutere e deliberare sulle leggi di iniziativa popolare. Ponendo fine al continuo avvicendarsi di Governi, con conseguente instabilità economica e sociale, si eviteranno ripercussioni immediate e future sulla vita di tutte le componenti sociali».

 

Cosa prevede voteranno in maggioranza gli italiani, a prescindere  da quello che lei vorrebbe votassero?

«Credo e spero che gli italiani, in modo maturo e responsabile, si facciano artefici del cambiamento che porterebbe la vittoria del SÌ, superando preconcetti e contrapposizioni politiche».

 

Che scenario politico-istituzionale ed economico-sociale si aprirà  a livello nazionale (ma anche che ripercussioni politiche ci saranno a  livello locale) se vincerà il SÍ? E se avrà la meglio il NO?

«A livello nazionale se vincerà il SÌ, è evidente che si raggiungerà un livello di semplificazione e stabilità del quadro politico e di conseguenza economico e sociale; avremo un paese più forte in Europa e nel mondo. Se vincerà il NO avremo uno scenario di immobilismo politico, economico e culturale che alimenterebbe un clima di  instabilità che oggi l’Italia non può permettersi. É in situazioni come questa che cresce l’antipolitica e la sfiducia nei confronti delle istituzioni. A livello locale con la vittoria del SÌ gli amministratori avranno la possibilità di portare le problematiche del nostro territorio direttamente in Parlamento, certi di ricevere risposte tempestive».

 

diego.vanni@collenews.it

Twitter Vanni cronista 2

 

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