iniziativa-per-il-si-a-collesalvettiCollesalvetti Un’assemblea pubblica a sostegno del SÌ al referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo. È questo quanto ha avuto luogo martedì scorso alle 19 presso il Bar Italia di Collesalvetti. L’evento è stato coordinato da Adriano Roselli, segretario dell’Unione Comunale del PD di Collesalvetti. Ad intervenire all’evento, i consiglieri regionali Gianni Anselmi, Francesco Gazzetti e Antonio Mazzeo e l’assessore regionale all’ istruzione alla formazione e al lavoro Cristina Grieco.

 

Roselli ha presentato al pubblico i relatori e ha subito lasciato la parola al sindaco Bacci per un saluto. Il primo cittadino colligiano si è detto soddisfatto della partecipazione riscontrata all’evento sottolineando come sia importante votare SÌ al referendum di domenica per dare una svolta al sistema istituzionale italiano e anche in un’ottica post referendum: «di fronte alle eventuali dimissioni del premier Matteo Renzi ci si troverebbe con l’incertezza data dall’instaurazione di un governo tecnico o da una nuova tornata elettorale».

 

iniziativa-per-il-si-a-collesalvetti-2In seguito ha preso la parola il consigliere regionale Gianni Anselmi. «Con questa riforma – ha affermato il consigliere –  si ha per la prima volta una semplificazione istituzionale e legislativa realmente efficiente che non significa verticizzare i poteri, ma dare una maggiore efficienza al Parlamento. Il voto a data certa ad esempio palesa un tentativo di responsabilizzare tutte le istituzioni. Non riesco poi a capire l’accanimento di coloro che dicono che i sindaci e i consiglieri regionali godranno dell’immunità parlamentare andando quasi ad insinuare che un candidato in parlamento sia automaticamente più onesto di un candidato in Consiglio Regionale. Immunità che tra l’altro è stata nel tempo affievolita. Questa riforma mira a rafforzare la credibilità nelle istituzioni, affinché esse siano più efficienti e affidabili, poiché sono le istituzioni inaffidabili che minano la democrazia».

 

Dopo Anselmi è intervenuto il consigliere Francesco Gazzetti, esortando i presenti a convincere quante più persone a votare SÌ. «Ci sono molte persone – così Gazzetti – che non sanno nemmeno che il 4 ci sarà il referendum. Dobbiamo quindi cercare di mettere le persone nella condizione di votare consapevolmente. Da questo punto di vista il caso Brexit è emblematico. In questo caso infatti molte persone sono andate a vedere le conseguenze del referendum dopo il voto. Noi dobbiamo lavorare diversamente, parlando con le persone indecise o estranee alla politica. Il rischio che con questa riforma si sfoci in una deriva autoritaria è praticamente impossibile, a tal punto che anche i vari costituzionalisti fautori del NO lo hanno scongiurato. Ciò è dimostrato anche dal fatto che non vi sarà nessuno stravolgimento della prima parte del testo costituzionale».

 

Dopo l’intervento di Gazzetti, ha preso la parola il collega in regione Antonio Mazzeo.«Avendo capito tutto quello che c’è in ballo – ha affermato Mazzeo – stiamo riuscendo a trasmettere alle persone quello che è il significato della giornata di domenica 4 dicembre. Se vince il SÌ il Paese andrà avanti con nuove riforme, se vince il NO le aspettative più probabili sono l’instaurazione di un governo tecnico o l’indizione di nuove elezioni. Sostanzialmente se vince il SÌ andremo avanti, se vince il no troveremo un paese immobile».

 

Al termine della conferenza è intervenuta anche l’assessore Cristina Grieco sottolineando l’importanza della riforma quale «elemento fondamentale per l’evoluzione del Paese». «Noi oggi siamo qui – così  la Grieco – sapendo che in ballo c’è un qualcosa di importante per il futuro. Mancano pochi giorni al referendum e se siamo qui significa che siamo convinti che con il nostro voto si possa fare molto. Noi il 5 dicembre vorremmo poter dire che è stato fatto quello che si poteva fare per il nostro Paese. Il NO è infatti un no di rabbia generato spesso dal disaccordo con l’attuale Governo, il SÌ è invece un sè per il futuro. Se vince il NO infatti ci terremo l’immobilismo che ormai ci caratterizza da anni senza avere nessuna svolta sul mercato del lavoro o da altri punti di vista rimanendo, molto indietro rispetto alle altre nazioni».

 

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