Guasticce “Back for Chino”. Guasticce che torna indietro per ricordare Chino, Luca Barsella, il 38enne del paese strappato alla vita nella primavera di quest’anno. Il memorial del giovane guasticciano si è svolto ieri nell’incantevole scenario del Lago Alberto. Quattro le band punk-rock che si sono esibite sul palco: i The Brilli, il gruppo storico di Luca; gli Animali di Zona; La Luna Contro e i Twice Spring. 450 euro il ricavato della serata, che sarà destinato alle popolazioni colpite dal terremoto dei giorni scorsi. Il ricordo del fratello di Luca in questa intervista:
Marco, una serata in memoria di tuo fratello… Che impressione ti ha fatto?
«Sono soddisfatto per l’iniziativa dei ragazzi; ha fatto piacere a me e alla mia famiglia, ma soprattutto penso abbia fatto piacere a lui perché la musica era tutto per mio fratello».
Quando ti hanno coinvolto e hai saputo di questa iniziativa?
«Si è organizzata poco dopo la morte di mio fratello; abbiamo voluto organizzare questo evento in sua memoria, per ricordarlo tutti assieme. É venuta bene; una bella serata, piena di gente e questo dimostra che Luca era una persona sincera e molto amata».
Da chi è partita, se è nata da qualcuno in particolare, l’idea di una serata di questo tipo?
«L’iniziativa è venuta ai ragazzi dell’età di mio fratello; anche loro infatti sono per così dire nati con la musica, nei garage dove suonavano a partire dai 13-14 anni quando ognuno iniziava ad approcciarsi al suo strumento».
In tuo fratello come e quando è nata la passione per la musica?
«La passione per la musica ce l’ha avuta sempre nel sangue; le bacchette della batteria erano un prolungamento delle sue braccia. É sempre stata una passione costante in lui; quando aveva un po’ di tempo nel dopo lavoro o quando era libero da impegni vari, la sua prima cosa era andare a suonare la batteria. Aveva una passione incredibile. A 13-14 anni iniziò a suonare la batteria e ricordo quando andò a Livorno a comprare la sua prima batteria con i suoi primi risparmi. Partì con Diego Massei in macchina; andarono a comprare questo strumento, arrivò a casa con un grande scatolone. Da lì in poi non ha mollato mai; ha amato la batteria in modo incredibile, faceva parte di lui, della sua vita».
Ormai è qualche mese che Luca non è più fra noi…
«La sto vivendo malissimo; mi manca, sento un vuoto incredibile, non ci sono parole per spiegare tutto questo. Manca in tutto: a casa, in tutti i contesti. A febbraio mi è nata una bimba, son diventato babbo e di conseguenza lui zio. Pensa che due settimane dopo la nascita della bimba lui ci ha lasciato. Pensa che vuoto, che rabbia abbiamo detto. Un dolore immenso».
Al di là di questo, qual’è il ricordo più bello che hai di lui quando era in vita?
«Ce ne son tantissimi, soprattutto quando si suonava, ma anche la convivenza in casa prima che lui andasse a vivere con la sua fidanzata. Ci son talmente tanti ricordi che non riesco a focalizzarmi nemmeno su uno. Quando si andava a suonar fuori, le prime esperienze fuori Toscana, quando andammo a Vicenza, il tragitto in macchina, l’adrenalina, che noi 3 dei The Brilli abbiamo vissuto in maniera incredibile; c’era affetto, armonia, voglia di divertirsi. Questi i ricordi che ho di mio fratello, che porterò nel cuore fino alla morte. Son ricordi che dureranno tutta la vita».
Anche perché la comune passione per la musica immagino abbia accresciuto ancor di più il legame fraterno…
«Sì sì… Abbiamo suonato nel solito gruppo (I The Brilli). Mi ricordo una domenica durante il periodo natalizio del ’99 quando io avevo appena iniziato a suonare il basso; lui aveva altri gruppi e ciononostante un giorno, a casa, venne nella stanza dove ero io, mentre ero davanti al caminetto, e mi chiese se avevo voglia di fare un gruppo assieme a Diego Massei, che io ho sempre visto come idolo della musica. Suonare assieme a lui per me sarebbe stato un sogno, che di fatto si è avverato. Gli risposi che non ero capace. E lui: “non importa, basta che tu venga con noi, poi pian piano impari”. L’Epifania dopo il progetto si avviò; prima il gruppo si chiamava in altro modo, poi evolse in The Brilli, nome portato aventi fino alla fine. Un’esperienza lunga, durata 10 anni. Con questo gruppo mi sono levato tantissime soddisfazioni; ci siamo divertiti tanto».
Quindi, nonostante la tragedia hai il ricordo di un ragazzo pieno di entusiasmo, propositività…
«Non ci si può abbattere. La vita va avanti; il dolore rimarrà, forse nascosto forse evidente… Rimarrà sempre. Non smetterò mai di pensare a lui, come penso a mia figlia, alla mia mamma, alla mia compagna; il ricordo di lui non potrà mai essere cancellato».
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