Libera Camici

Libera Camici, assessore all’associazionismo

Collesalvetti «L’unione fa la forza, è importantissimo conoscersi, conoscere quegli uomini e quelle donne che hanno scelto di dedicare il proprio tempo libero per il bene degli altri, con un’attenzione particolare alle fasce più deboli. Le associazioni sono le prime ad avere un contatto diretto con bambini, ragazzi, donne, anziani e quindi contribuiscono alla tenuta sociale di tutta la comunità». Il bilancio dell’assessore all’associazionismo Libera Camici della due giorni di Festa delle Associazioni del weekend scorso.

 

Assessore Camici, conclusa la due giorni di Festa dell’Associazionismo, qual’è il bilancio che lei fa dell’iniziativa?

«Nonostante il tempo non sia stato clemente il secondo giorno, è stata una bellissima iniziativa. L’obiettivo di riunire buonissima parte delle associazioni del nostro territorio lo abbiamo raggiunto. Associazioni che hanno mostrato entusiasmo partecipando in maniera collaborativa. Grande la partecipazione a partire dall’avvio della camminata; una delegazione è partita da Vicarello, per poi congiungersi con quella colligiana lungo Via Roma e arrivare fino al centro di Collesalvetti. Ma anche il secondo giorno le associazioni sono state presenti, nonostante il tempo sfavorevole che ha fatto sì che partecipasse meno gente esterna alle associazioni, ma comunque tutta la gente che ruota attorno al mondo dell’associazionismo c’era».

 

Domenica mattina, nell’ambito della festa, la tavola rotonda sulla violenza di genere. Com’è stata quell’iniziativa, cosa è emerso di interessante?

«Bellissima iniziativa che ci ha portato a coinvolgere anche un membro della Commissione Pari Opportunità della Val d’Era con il quale la CPO di Collesalvetti ha stretto una sorta di gemellaggio. Abbiamo deciso di coinvolgere anche questa realtà della Val d’Era perché loro sono già abituati a lavorare oltre i confini perché hanno una realtà che comprende ben 8 Comuni, quindi una realtà ben strutturata all’interno della quale ci sono persone con competenze specifiche. Una rappresentanza di loro ha partecipato anche alla camminata di sabato. Nel merito, abbiamo parlato della violenza di genere, della tema della disabilità intrecciato a quello della violenza. Era presente anche Simonetta Ottone con l’associazione Danzarte. Ci sono state delle letture di Eve Ensler tratte da “I monologhi della vagina”. Una tavola partecipata, anche questa, nonostante il tempo; un’occasione di arricchimento e riflessione per tutti su un tema ahinoi assai attuale. Le istituzioni hanno il ruolo di cercare di combattere in qualsiasi modo, sia culturale che altro, questo fenomeno per creare deterrenti di fronte ad episodi di questo genere».

 

Avete dunque sfruttato l’occasione della Festa delle Associazioni per divulgare questo messaggio alle masse…

«Assolutamente sì. Questo era l’obiettivo. Anche perché questa Festa delle Associazioni è nata proprio anche nell’ottica di avviare con queste realtà dei percorsi sociali, visto che gli uomini e le donne delle associazioni sono a più diretto contatto con buona parte della nostra comunità; siano gruppi che si rivolgono ai ragazzi piuttosto che agli anziani o altre peculiarità».

 

Avete fatto una stima di quanta gente ha partecipato a questa due giorni?

«Difficile fare un bilancio di partecipazione, ma la gente che ha partecipato è stata veramente tanta. Anche perché quando si coinvolgono le associazioni, sono esse stesse a portarsi dietro la gente. Nella giornata di sabato ci sono state esibizioni di scuole di danza del territorio; il Club Sport Collesalvetti con esibizioni di diverse discipline, ma è stata molto carina anche l’esibizione delle donne dell’AFA (attività fisica adattata, ndr) che erano alla loro prima esibizione pubblica. Insomma, è stato tutto molto carino, tutto è andato in maniera lineare, anche oltre le aspettative. C’è veramente da essere soddisfatti».

 

Che messaggio è passato, a suo giudizio, da questa iniziativa?

«Che l’unione fa la forza, che è importantissimo conoscersi, conoscere quegli uomini e quelle donne che hanno scelto di dedicare il proprio tempo libero per il bene degli altri, con un’attenzione particolare alle fasce più deboli. Le associazioni sono le prime ad avere un contatto diretto con bambini, ragazzi, donne, anziani e quindi contribuiscono alla tenuta sociale di tutta la comunità. Una consapevolezza che abbiamo maturato come Amministrazione è che le associazioni rivestono un ruolo fondamentale per il nostro territorio; senza di esse la nostra comunità sarebbe più povera, sia socialmente che culturalmente».

 

Quindi avete trovato un tessuto sociale coeso?

«Assolutamente sì; non ci sono stati problemi, anzi… le stesse persone che fanno parte delle associazioni hanno superato la diffidenza iniziale; hanno fatto rete e sinergia. L’obiettivo era quello; non dico che sia stato raggiunto in pieno, ma senz’altro l’Amministrazione con questa Festa delle Associazioni ha voluto dare un input molto preciso: avviare questo percorso di lavoro comune».

 

Il prossimo anno, dunque, da Collesalvetti la Festa delle Associazioni si sposterà in un’altra frazione e in un’altra ancora l’anno a seguire? Una festa itinerante?

«L’idea sarebbe proprio questa, per accorciare le distanze. Quest’anno abbiamo scelto Collesalvetti per la particolarità delle vicende che hanno interessato l’area della Cittadella dello Sport, ma l’intendimento è di riproporre questo evento gli anni prossimi con eguale entusiasmo in altre frazioni, chiaramente dove ci sono aree che possano contenere tanta gente».

 

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