Guasticce I dati parlano chiaro. Gli incassi, mese dopo mese, sono sempre minori nei due esercizi. Sono stati puntualmente snocciolati ieri sera, nel salone parrocchiale di Guasticce, questi dati. Se a gennaio 2013 l’esercizio di Guasticce incassava 34.200 euro, a gennaio 2014, 32.038. Più di duemila euro di flessione. Idem, per i rispettivi mesi successivi: 33.827 euro (febbraio 2013) / 31.758 euro (febbraio 2014). Ancora più di 2.000 euro in meno. Quasi 3.000 euro, invece, a marzo. 38.751 euro, l’incasso di marzo 2013, ma dopo un anno si scende a 35.987. Addirittura, se a giugno 2013 il fatturato ammontava a 40.868 euro, a giugno 2014 quel fatturato è sceso a 34.300. Più di 6.500 euro in meno.
E a Nugola la situazione non è diversa. L’esercizio della frazione incassava a gennaio 2013 25.834 euro, ma a gennaio 2014 l’incasso è sceso a 22.369: quasi 3.500 euro di flessione. Un po’ meno, ma cifre comunque consistenti, i rispettivi mesi successivi: 26.126 euro (febbraio 2013) / 23.600 euro (febbraio 2014). per poi tornare a una flessione di quasi 3.500 euro: 31.797 euro di marzo 2013 contro i 28.300 di marzo 2014. Una situazione allarmante descritta dagli stessi amministratori, come detto, nell’ambito di un’Assemblea Pubblica. Ad esordire, lo stesso Presidente, Alessandro Baldaccini,che ha ricordato come «il numero di clienti è sempre lo stesso; è il valore degli scontrini che è cambiato» e come ciascun punto vendita necessiti di 3 persone. Un «costo insostenibile». A dar seguito alle parole di Baldaccini, Stefania De Quattro che, prima di riportare le cifre di cui sopra, ha ricordato la gravosità dei costi fissi da sostenere. Costi che rimangono tali sia che vi siano pochi che molti clienti.
Costi fissi gravosi, dunque, e incassi sempre minori. E così un’attività economica non va avanti. Nell’ambito dell’Assemblea è stato anche rilevato come debba essere interesse degli stessi cittadini che il negozio rimanga aperto, «ma se ci si compra solamente il pane e il latte (lo “slogan” più ripetuto in questa sede, ndr) questo non accadere». «Punti vendita come quello di Guasticce e Nugola possono andare avanti solamente a gestione familiare», ha detto Renzo Mancini, del Consiglio di Amministrazione. Nel suo piccolo, la fine di un’epoca per il commercio locale. E tante incognite. La seduta si è conclusa, dopo un acceso dibattito, con una votazione dei 40 soci presenti che hanno deliberato di dar luogo ad una pubblica affissione per permettere a potenziali interessati di rilevare l’attività. Cosa che sembra essere, al momento, l’unica soluzione praticabile per mantenere i punti vendita a Guasticce e Nugola. All’Assemblea erano presenti anche il Vicesindaco Libera Camici e l’Assessore Roberto Menicagli. Della questione la cittadinanza aveva già discusso durante l’ultima seduta del Consiglio di Frazione (leggi qui).