Stagno «La salute prima di tutto». Quante volte ce lo ripetiamo o ce lo sentiamo ripetere. Alla Festa de l’Unità di Stagno c’è stato spazio anche per questa. Durante la serata conclusiva, infatti, presso l’area dibattiti si è svolto un seminario di informazione sulle principali malattie urologiche e sulla prevenzione oncologica. Sul palco, come relatori, li dottor Modesto Stantarcangelo (urologo) e la dottoressa Irene Stasi (oncologo e medico di ruolo presso l’ASL 6 di Livorno). Ad intervistarli dinanzi al pubblico, il direttore di Collenews, Diego Vanni.
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Patologie urologiche e altre complicanze Ad aprire i lavori, il dottor Santarcangelo che ha subito ammonito la popolazione maschile, mettendo in rilievo la poca attenzione per i problemi che il suo mestiere porta a trattare. A suo avviso questo è dovuto alla forma mentis propria del maschio, che non va dal medico finché non ha dei sintomi che gli impediscono il normale svolgimento delle proprie attività, e anche da un sorta di paura della visita dall’urologo perché vengono visitate parti del normalmente coperte. Dopo la raccomandazione a fare visite periodiche dall’urologo, la conferenza è entrata più nello specifico.
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Le prime domande poste da Vanni all’urologo riguardavano il varicocele; un problema di riflusso venoso dal testicolo alla parte interna del corpo che crea al testicolo due problemi: da un lato il testicolo è mal nutrito a causa della cattiva circolazione e questo comporta la non corretta o un aumento di difficoltà della produzione delle cellule spermatiche; il secondo problema è la temperatura del testicolo che, in caso di varicocele, è maggiore rispetto alla norma e anche questo può creare difficoltà nella spermogenesi. La fecondità tuttavia può non essere compromessa del tutto laddove venga compromesso un solo testicolo. Le terapie per migliorare la spermatogenesi sono a base di integratori, ma se il problema è grave (gravi problemi di fertilità o dolore) si ricorre alla chirurgia.
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Poi è stata affrontata la fimosi cioè il graduale restringimento, fino alla scomparsa, in casi gravi, dell’apertura del prepuzio. Ciò può comportare infezioni urologiche di varia entità. Questa condizione medica è presente sia nei bambini, e in questo caso è congenita, sia nei giovani e negli adulti, causata principalmente da infezioni. Il restringimento durante l’atto sessuale può comportare un trauma che si cicatrizza e induce un evento infiammatorio che può portare alla fimosi. Le terapie sono chirurgiche, l’apertura, la circoncisione (in casi gravi), o l’allargamento, attraverso un piccolo intervento di chirurgia plastica che consiste nella riallrgatura senza sezionare la pelle del prepuzio, dell’apertura del prepuzio, o farmacologiche.
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Il direttore del giornale ha poi spostato l’attenzione dell’urologo sul frenulo (legamento che permette lo spostamento del prepuzio) corto. Il frenulo corto può portare alla lacerazione dello stesso durante l’atto sessuale o alla eiaculazione precoce, a causa di un’eccessiva stimolazione. Il problema è risolvibile attraverso un piccolo intervento di chirurgia; viene inciso il frenulo e poi vengono cuciti dei piccoli punti per riformare l’anatomia regolare del pene.
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A seguire, è stata la volta del tumore al testicolo, si è parlato, nella fattispecie, dei suoi sintomi e delle problematiche ad esso legate. Le statistiche affermano che la patologia è in aumento, essa comprende un malato di tumore su cinque. Questa patologia, grave, è riconoscibile dal momento che si forma un nodulo duro, ma spesso il tumore al testicolo è asintomatico fino all’ultimo stadio, quando insorge il dolore. In questi casi il trattamento di cura è quello classico per i tumori, radioterapia, chemioterapia o anche l’asportazione del testicolo; tali cure possono però compromettere la fertilità del paziente.
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Un capitolo a parte, nelle intenzioni del conduttore, se l’è meritato l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), o, per meglio dire, come ha precisato Vanni, l’iperplasia prostatica benigna che è dovuta ad uno squilibro ormonale che sovviene con l’età. In particolare, con l’IPB abbiamo un amento di estrogeni e una diminuzione del testosterone. La patologia non è grave, lo diventa se non trattata. Importante, anche in questo caso, la diagnosi precoce che può portare alla stabilizzazione e in alcuni casi alla sua regressione. La mancata diagnosi ed il conseguente mancato intervento, oltre all’esigenza di andare molte volte al bagno anche durante la notte, può comportare la compromissione della buona funzionalità del rene o infezioni urinarie. I sintomi dell’IPB sono la diminuzione della velocità di urinazione, che deve essere compensata con la spinta della pancia e l’aumento del numero delle volte che si va al bagno durante della giornata. La terapia è principalmente farmacologica; negli anni sono stati sviluppati numerosi farmaci con diverso grado di aggressività e di forza. In caso di grande gravità, ci sono anche gli interventi chirurgici.
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Il direttore ha poi posto domande al dottor Santarcangelo anche sul problema del pene curvo, patologia molto frequente, dovuto a un trauma e che consiste nella formazione di una piega che si forma nel pene in erezione causata dalla cicatrice e dalla relativa calcificazione di un corpo cavernoso. La piegatura tende ad aggravarsi con il tempo e può causare dolore. Le terapie sono sia farmacologiche, per vie orali, che chirurgiche e tendono a togliere la parte interessata o ripareggiano la lunghezza dei corpi cavernosi. Negli ultime anni si usano le onde d’urto per tentare di disfare la formazione di calcare o rallentare l’aggravarsi della patologia.
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Prevenzione oncologica Terminato l’intervento dell’urologo, è stata la volta della dottoressa Stasi che ha brevemente illustrato i metodi di prevenzione oncologica. Tali metodi si dividono in primari e secondari. La prevenzione primaria si svolge attraverso la regolamentazione di 5 ambiti: eliminazione e regolamentazione del fumo; adeguato stile di vita (dieta corretta, moderata assunzione di alcool e attività fisica quotidiana); eliminazione di infezioni predisponenti, principalmente virali, all’attività cancerosa; eliminazione del rischio di esposizione ad agenti cancerogeni e identificazione rischio genetico. La dottoressa sui 5 ambiti si è concentrata sul primo dal momento che è quello che causa più vittime, addirittura supera gli altri 4 se vengono sommate le altre principali cause di morte. I casi di tumore legati al fumo sono in aumento, ma se il soggetto smette in tempo i danni possono essere limitati.
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Dopo che è stata esposta la prevenzione secondaria. È opportuna una diagnosi di lesioni tumorali nella fase in cui sono asintomatiche, essa è possibile attraverso gli screening medici, che però non sono tutti sovvenzionati dallo Stato. Sono 3: lo screening mammografico (sovvenzionato completamente dallo Stato per tutte le donne comprese tra 50 e 69 anni, offerta ogni 2 anni); lo screening del colon-retto attraverso la ricerca di sangue occulto nelle feci (offerto a tutta la popolazione di età 50 e 70 anni, con cadenza biannuale) e per finire lo screening per la ricerca del carcinoma della cervice uterina, che negli ultimi anni è stato migliorato con l’HPV test. La ricerca del sangue occulto nelle feci è migliorata grazie all’introduzione dell’indagine immunoistochimica che permette al paziente una dieta meno rigida i giorni prima dell’esame. Oggi la comunità scientifica sta ancora cercando riscontri sulla funzionalità dello screening legato del carcinoma prostatico e quello polmonare.
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