Mattia SchiavettiGuasticce Due anni fa, esatti. Era il 22 giugno 2012 quando la vita di Mattia Schiavetti, solare 19enne di Guasticce, si spense, sulla 555 fra Stagno e Guasticce. Un fatale incidente stradale fra il suo scooter, un SH Honda 125 ed una Fiat Punto. «Morte cerebrale», il referto medico che distrusse le speranze dei genitori, dei parenti, degli amici, di tutto coloro che lo amavano. Studente all’ITI di Livorno, Mattia aveva appena concluso la seconda prova e si apprestava a sostenere la terza.

 

Un volto pulito, il suo. Sereno. La classica aria del 19enne nel pieno della giovinezza e quindi dell’esistenza. Un ragazzo amante della vita, della bella vita, come non può che essere nel fior dell’esistenza. Amante delle belle ragazze, dello stare con gli amici, del divertimento, dello sport (giocava nell’Orlando calcio). Un ragazzo molto apprezzato ed amato da tante persone, basti pensare che l’enorme Chiesa dei Salesiani, a Livorno, dove fu celebrato il funerale era stracolma di persone: i tanti compagni di squadra, gli amici, i compagni di classe. Tutti là, per dare a Mattia l’ultimo saluto. Anzi… senza “ultimo”. Perché la sua bacheca Facebook è stata – ed è tuttora – pressoché sempre costellata di post trasudanti un affetto davvero commovente. Un affetto che, quello sì, non muore mai.

 

L’intervista alla mamma (leggi qui)

La testimonianza dell’amico (leggi qui)

La “valanga d’affetto” sulla sua bacheca Facebook (leggi qui)

L’editoriale (leggi qui)