Vicarello – Il Consiglio di Frazione, riunitosi il 27 marzo, ha redatto un documento, poi letto dal presidente Burgalassi in occasione dell’evento sulla violenza contro le donne del 28 marzo, in cui viene denunciato il continuo verificarsi degli abusi di genere nella nostra società: «La violenza contro le donne – si legge – è un fenomeno presente da sempre. Le donne infatti sono sempre state le prime vittime di ogni situazione di crisi. Basti pensare alle guerre che in tutto il mondo da sempre si sono combattute e che ancora oggi si combattono: stupri, uccisioni, ritorsioni, riduzione in schiavitù sono sotto gli occhi di tutti e le prime vittime sono le donne».
«Nella gran parte del mondo le donne sono considerate cose di proprietà degli uomini, non hanno diritto di parola, a loro è negato l’accesso all’istruzione, alla giustizia, al lavoro, al divertimento, di guidare l’auto, di uscire di casa. In Italia – prosegue il documento – la situazione non è così drammatica, grazie anche alle lotte che le donne hanno fatto in questi anni, eppure anche nel nostro Paese questo fenomeno è ben presente: le donne hanno accesso al lavoro ma i posti dirigenziali sono appannaggio degli uomini, l’accesso alla politica avviene con sacrifici maggiori rispetto agli uomini e stenta ad essere riconosciuto come paritario».
E ancora: «Anche nei rapporti familiari si continua a discriminare la donna che normalmente deve accudire i figli, gli anziani, i malati; deve fare i lavori di casa e ha una sudditanza psicologica nei confronti del partner. Troppe donne aderiscono a questo modello, subendolo. Siamo lontani dal modello paritario che gli spot pubblicitari ci propinano. Questo “mondo fata” non corrisponde alla realtà. Spesso è un mondo d’inferno da dove è difficile uscire e spesso, quando si decide di venirne fuori, si ritorce contro: donne maltrattate, uccise, vittime di ricatti psicologici, annullate.
Una subalternità a cui bisogna dire basta: «A tutto questo le donne devono dire di no. È un problema di presa di coscienza della propria dignità e di quella del partner. È un problema di ridisegnare il concetto di famiglia. È un problema di cambiamento culturale. È un problema di non restare in silenzio, ma di denunciare. È un problema di cambiamento di rapporti familiari e sociali. È un problema che non possono risolvere le donne da sole ma insieme alle forze politiche, alle forze dell’ordine, alla scuola, a tutte le realtà sane della società. Ma soprattutto insieme agli uomini perché quando si parla della violenza sulle donne si parla anche dell’altro sesso, della loro crisi di identità, della loro fragilità, delle loro devianze. Questa è una lotta per costruire un mondo diverso per noi e per le generazioni future».