TERRENI MORTAIOLO: NUGOLA SRL E NOVI: «SONO GIORNI CHE POMPIAMO ACQUA»
Giacomo Pratali
Mortaiolo – Continua l’emergenza per i coltivatori di Mortaiolo. Le piogge cadute da giovedì 16 a lunedì 20 hanno causato l’allagamento dei terreni coltivati. Il pompaggio dell’acqua non basta più. E, alla questione dei fossi ricolmi di terreno, si è aggiunto anche il problema di una cateratta, installata dal Consorzio di Bonifica “Ufficio fiumi e fossi”, che non si chiude come dovrebbe e lascia filtrare l’acqua nei terreni. «Sono quattro giorni che pompiamo acqua dalla mattina alla sera – afferma Federico Falossi, Direttore della Nugola srl Società Agricola -. Sono state messe le cateratte da parte del Consorzio di Bonifica “Ufficio fiumi e fossi”, con un investimento abbastanza importante. Soltanto che ce n’è una che non tiene l’acqua come dovrebbe e, infatti, sta facendo rientrare tutta l’acqua sulle nostre coltivazioni.
Quindi, da una parte pompiamo e dall’altra ci ritroviamo l’acqua che ci sta rientrando dentro. E, senza il nostro intervento, la zona lungo la Fi-Pi-Li – sostiene – sarebbe diventata una palude e l’acqua sarebbe arrivata fino alle porte di Mortaiolo. Il problema è che devono essere fatte le dovute manutenzioni ai fossi. L’unica opera che viene fatta è la pulizia dell’erba. Non si può lavorare in una situazione del genere».
E aggiunge: «Secondo me, dal punto di vista legislativo, occorrerebbe una norma chiara che permetta a noi agricoltori di lavorare. Nella nostra azienda lavorano più di 25 persone, a cui bisogna aggiungere tutto l’indotto. I nostri campi, ad ogni minima pioggia, si allagano. Se uno percorre la superstrada da Lavoria fino all’Interporto può constatare con i propri occhi quello che dico. In più, rimane il fatto che il fosso è 1,30 metri più alto di quando è stato costruito. Le nostre scoline sono più basse rispetto a dove scarichiamo l’acqua. L’acqua non può quindi defluire se il percorso è in salita».
«Abbiamo chiesto, tramite la nostra associazione di categoria (Unione Agricoltori, ndr), di formare un tavolo con tutti gli interlocutori e capire se esiste la volontà per risolvere questo problema. In tal senso, abbiamo già sollecitato il Comune di Collesalvetti a fare questo incontro in sede comunale».
La proposta di Falossi è di «allargare l’Antifosso di Fattoria utilizzando le banchine laterali e alzare il livello del fosso in modo che, all’interno dell’alveo, possa essere rimosso il fondo. Per fare tutto questo, occorre l’appoggio del Consorzio e dell’Arpat. Questo è un problema che riguarda la collettività, non solo la nostra azienda, visto che se noi dreniamo via l’acqua ci guadagna pure l’ambiente. In Francia, ad esempio, ripuliscono i fossi. Visto che siamo nell’Unione Europea – rilancia – questa cosa dovrebbe valere anche per noi coltivatori italiani. Dunque, la legge va cambiata perché se il terreno di tutti i fossi deve essere portato in discarica, per un costo di 130 euro al m³, con la penuria di fondi pubblici che abbiamo, il problema non si risolverà mai. Se vogliono che noi lasciamo tutto, in poco tempo tutta la piana di Mortaiolo tornerà ad essere una palude», conclude Falossi.
Sulla stessa lunghezza d’onda un altro agricoltore, Luciano Novi, il quale afferma che «sono 5/6 giorni che pompo via l’acqua dai campi. Smette di piovere e poi incomincia di nuovo. Ho già consumato 700 litri di gasolio che equivalgono a 700 euro. Noi coltivatori di Mortaiolo vogliamo che il fosso ritorni capiente».
L’accusa è chiara: «Siamo completamente abbandonati. Lo dimostra il fatto che detriti di canne ostacolavano, in questi giorni, il deflusso dell’acqua della cateratta degli sfioratori dentro il Tora. Abbiamo chiamato il Consorzio di Bonifica “Ufficio fiumi e fossi”, il quale – conclude Novi – non li hanno rimossi perché sostengono che di questa faccenda se ne debba occupare la Provincia di Pisa».