MigoneCollesalvetti Una Sala Spettacolo gremita ha assistito, sabato 28 marzo alle 21:15, a “…E il titolo?”, scritto e interpretato da Paolo Migone. Attraverso la sua solita irriverenza surreale, il comico livornese ha preso spunto dalla vita di tutti i giorni, dai rapporti con il partner alle stravaganze dei nostri giorni, per fare divertire il pubblico. Una prima assoluta a Collesalvetti, conclusasi con una lunga standing ovation che testimonia, ancora di più, il valore dell’attore toscano.

 

Che sia il pubblico di Zelig o una platea più ristretta, l’attore, autore e regista ama l’emozione che gli trasmette ancora il rapporto diretto con chi ha di fronte: «Nella prima parte dello spettacolo di stasera – afferma Migone a margine dello spettacolo – ho improvvisato e mi sono veramente divertito. Poi ho messo in scena un minestrone di pezzi nuovi e vecchi. Adesso, sono anche impegnato in una tourneè in tutta Italia dal titolo “Italia di m…”, dove, cambiando argomento rispetto al passato, parlo del nostro Paese. Sono contento perché sta andando molto bene».

 

Nei suoi spettacoli, Migone spazia tra sketch storici e battute fuori copione: «Quando improvvisi – aggiunge -, come ho fatto stasera, significa lasciare il trapezio e non sai come va. Ho visto che la gente ha risposto bene e allora ho allungato questa parte iniziale fino a quasi venti minuti. È stata la parte più divertente perché anch’io non sapevo cosa stavo dicendo e sono diventato spettatore assieme al pubblico».

 

Surrealismo è la parola per capire fino in fondo il tipo di comicità dell’attore livornese: «Per me, un esempio di battuta surrealista potrebbe essere: “Mi pettino con una trota”. Ma in realtà non è così semplice. Devi essere pazzo con le immagini, ma, al tempo stesso, riferirti alla realtà. Ed è difficile mettere in pratica questo meccanismo. Cochi e Renato, ad esempio, erano molto bravi in questo», conclude Migone.