Vicarello Un’annata piena di soddisfazione quella che si è appena conclusa per il Gruppo Fotografico Vicarello. Aspettando la nuova stagione il prossimo settembre, l’associazione ha nel frattempo allestito una mostra fotografica, realizzata con gli scatti dei 18 componenti, presso la Palestra Verenini a Vicarello, in concomitanza prima con la Festa del Volontario, adesso con la Festa de l’Unità, che si concluderà il oggi. A parlarci di questo e a darci qualche consiglio utile per chi si affaccia per la prima volta al mondo della fotografia, è il presidente Carlo Carmassi, intervistato per l’occasione da Collenews.it.
Carmassi, può fare un bilancio dell’ultimo anno del Gruppo Fotografico Vicarello? Quali sono state le iniziative a cui avete partecipato? Ci saranno novità il prossimo autunno?
«Nella prima parte dell’anno in corso il Gruppo Fotografico Vicarello ha svolto le attività comuni ad altri circoli fotografici, come serate a tema, incontri con autori esterni, concorsi interni a tema e a tema libero, uscite di gruppo, tutto quello che può essere di aiuto a crescere fotograficamente mediante il confronto: devo dire che i componenti del gruppo sono bravi, anzi, bravissimi! Colgo l’occasione per ringraziarli singolarmente perchè conciliare lo studio, il lavoro e la famiglia con la fotografia richiede sacrifici. Quando riprenderemo gli incontri,venerdi 12 settembre alle ore 21:15 presso la Sala delle Colonne, stileremo un programma che sia condiviso da tutti».
Quali sono le fotografie, i concorsi e i momenti che ricorda con più affetto nel corso della sua carriera di fotoamatore?
«Come fotoamatore, ho raccolto qualche soddisfazione, ma quella che ricordo con maggior piacere è stata una serata tra i circoli delle province di Pisa, Livorno e Lucca, quando un addetto ai lavori commentò le mie foto dicendo: “Io dico poche parole, questo è un fotografo!”. Poche parole, ma per me cariche di gioia».
Nel corso degli anni, lei ha raccolto molte foto, soprattutto della storia novecentesca di Vicarello e Mortaiolo: cosa è cambiato rispetto ad allora? Cosa si è perso di quella cultura?
«Ho sempre cercato e cerco foto del passato che riguardano il territorio del Comune di Collesalvetti e ne ho raccolte qualche migliaio e le tengo gelosamente con molta cura. Entrando nelle case e ascoltando quello che raccontano le persone, sfogliando le loro foto, si capisce che qualcosa ci sta sfuggendo o ci è già sfuggito: possiedo foto di scolaresche degli anni ’20-’30 dove bimbi e bimbe sono seriosi in ordinate file davanti all’obiettivo con modesti vestiti e scolaresche anni ’80-’90 con sorrisini e espressioni sarcastiche in gruppi in leggero disordine. Questo mi porta a fare delle riflessioni».
Tornando alla fotografia, quali sono i consigli di base che darebbe a coloro che si affacciano per la prima volta a questa arte?
«Oggi fare fotografie è facile, vedi i selfie, ma è un po’ più difficile fare una bella o buona foto. Suggerisco, a coloro cui piace la fotografia, di frequentare un gruppo, perché è li che si impara, giorno per giorno, mediante il confronto, ascoltando le critiche e suggerimenti, e, se avete la pazienza di seguirlo questo gruppo, presto vedrete, con un altro occhio, tutto ciò che vi circonda».