Stagno “L’auto o il treno serviranno solo per raggiungere il punto di partenza. Per il resto saranno viaggi tutti a piedi o in mountain bike attraverso boschi, forre o paludi, strade bianche e oasi protette alla ricerca di aironi o falchi pescatori, il cuculo o il curioso pendolino che costruisce i suoi nidi sull’acqua. Sono i programmi proposti da Di riserva in riserva, il piano che la Regione ha preparato e sta promuovendo per tutti gli amanti della natura selvaggia e del turismo slow in Toscana“. È quanto rende noto la stessa Regione.
“Una rete vera e propria – si spiega in una nota – fatta di itinerari tematici che collegano le varie riserve naturali toscane alla scoperta di aree protette e biodiversità sorprendenti e poco conosciute“.
«È una rete frutto della riorganizzazione delle riserve avvenuta negli ultimi cinque anni – spiega l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni – un lavoro che ha dato vita anche a sistemi nuovi, come quello delle Colline Livornesi. Ma questa rete dei percorsi è stata costruita nell’ultimo anno e la promuoveremo sui canali social e in collaborazione con associazioni come Legambiente come offerta perfetta per questa estate in epoca Covid, perché’ privilegia tempi e numeri diluiti, uno stile di vita sano, attento al recupero della natura più inesplorata e al tempo stesso alla salvaguardia della biodiversità, patrimonio adesso più che mai da tutelare. Ma la proposta è valida tutto l’anno, perché ogni stagione porta con sé tesori da scoprire e ci auguriamo che in tanti scelgano queste risorse della nostra Toscana».
3 GLI ITINERARI, 36 LE TAPPE Tre gli itinerari e 36 le tappe caratterizzati dalla presenza di uno o più tematismi di riferimento. “Si può scegliere – si spiega ancora nella nota regionale – tra escursioni in collina, sulla costa o in montagna. E da qui poi optare per ripercorrere le rotte di migrazione dell’avifauna per esempio dal Parco Regionale di Migliarino San Rossore fino alle riserve naturali del Monte Serra di Sotto, da Tanali, al Padule di Fucecchio, al lago di Sibolla oppure tra le riserve di Castelvecchio, Berignone, Montenero, Monterufoli-Caselli. Chi invece punta sulla costa può pedalare lungo la via del mare alla scoperta delle aree umide costiere fra Livorno e Orbetello. Attraversare aree umide costiere come l’Oasi della Contessa, Orti Bottagone, la Diaccia Botrona, la Laguna di Orbetello, passando per il Parco regionale della Maremma e con possibile deviazione per la Riserva Lago di Santa Luce“.
“Gli amanti dei percorsi montani – conclude la nota regionale – hanno l’Appennino con le sue foreste, i suoi paesaggi, la geologia e gli ecosistemi di un mondo complesso. Si può scegliere di fare trekking tra le riserve dell’ Alta Valle del Tevere, nel Bosco di Montalto, all’Alpe della Luna, al Sasso di Simone, sui Monti Rognosi, con possibile deviazione verso il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi dall’area di La Verna. Le scelte sono molte, ma ogni percorso è dotato di tutte le informazioni pratiche per la sua percorribilità compresi livello di difficoltà, i dislivelli, tempi di percorrenza nonché le informazioni sulle emergenze naturalistiche, geologiche, storico culturali e paesaggistiche che si incontrano camminando”.
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