Collesalvetti Enti vari che devono dare autorizzazioni o finanziare progetti e si trovano in disaccordo fra loro, problemi di interpretazione delle normative, problemi concreti della gente comune che non si risolvono. È la storia dell’Italia, è una storia che vivono anche gli agricoltori colligiani. L’Antifosso di Fattoria a Mortaiolo e lo scolo del Fosso Perino sono al centro di una diatriba che dura da anni. Lavori che non partono e coltivatori della terra che lamentano danni ai raccolti. Così, ieri, giovedì 15 maggio, in Municipio, l’assessore all’ambiente Riccardo Demi ha convocato una conferenza stampa in merito al progetto di manutenzione straordinaria dell’Antifosso di Fattoria e dello scolo del Fosso Perino, appunto.
Un progetto che non decolla Una scelta forte, di voler rendere consapevole l’opinione pubblica dell’«assenza di risposte certe in merito alla questione delle sistemazioni oggetto del progetto che per ben due volte non viene preso in considerazione dalla Regione Toscana». Ad essere chiamato in causa è dunque il vertice dell’amministrazione locale. A quanto si apprende, per risolvere le problematiche occorrerebbe procedere ad un escavo. E già qui si sono manifestati i primi problemi: per farlo, fino al 2006 non c’erano problemi: si scavava e si metteva il materiale scavato sulle sponde. Poi, è cambiata la normativa; con la nuova, il calvario. La terra oggetto di escavo è considerata rifiuto, per cui va portata in discarica, anziché poter essere posizionata sugli argini. Un costo. Spesso difficile da sostenere.
“Questione di soldi!” Già, i costi. Qui sta un altro aspetto centrale del problema: il progetto, presentato nel 2015, doveva essere cofinanziato al 70% dalla Regione Toscana e al 30% dal Consorzio 4 Basso Valdarno. «Il Consorzio ha fatto la sua parte – così il presidente Marco Monaco – ma non così la Regione». I lavori non sono mai partiti e così un coltivatore ha portato in causa il Consorzio per inerzia. Colpa del Consorzio o della Regione? Fu così convocata una Conferenza dei Servizi, alla quale erano stati invitati il Ministero dell’Ambiente, la Regione e altri enti. Si presentò solo il Consorzio 4 Basso Valdarno. Insomma – è stato sottolineato in conferenza stampa – «la Regione, che avrebbe dovuto cofinanziare al 70% non lo ha fatto e non si è nemmeno presentata in Conferenza dei Servizi per spiegarne il perché». Ora, Comune e Consorzio stanno lavorando a soluzioni alterative, che bypassino le difficoltà sorte in base alle modifiche intervenute sulla Legge 152/06.
Le difficoltà ad operare in ambito agricolo e il ruolo della Regione «Ancora oggi nei nostri territori – hanno sottolineato Demi e Monaco – si incontrano difficoltà burocratiche e normative per operare direttamente in ambito agricolo». La presenza, in conferenza stampa, delle associazioni di categoria CIA e Confagricoltura, ha sottolineato la grande emergenza che questo aspetto rappresenta. «È chiaro – così Demi – che le criticità sia idrauliche urbane che agricole non trovano risposta; abbiamo firmato e realizzato un Accordo innovativo per la sicurezza, che si sostanziava in una parte di studi, che abbiamo realizzato e portato in fondo, ma anche in un impegno cui la Regione non ha ancora ottemperato, cioè il reperire risorse per interventi e nuovi studi; non è pensabile assistere ad operazioni di propaganda quando criticità che potrebbero essere risolte non vengono prese in considerazione; bene la partenza dei lavori per la foce armata ma, vogliamo incalzare la Regione sulla seconda parte dell’ADP Scolmatore, che riguarda gli argini».
Insomma, se da un lato Comune e Consorzio sono attivi per studiare soluzioni alternative che risolvano i problemi, dall’altro non v’è dubbio che vogliano anche rendere sempre più pubblico il percorso affinché ognuno si prenda la proprie responsabilità in merito alle decisioni. O alle non decisioni.