Collesalvetti Uno spettacolo fuori dagli schemi. Del resto, il nome era tutto un programma: “Diamo i numeri”. Per il sesto anno consecutivo i ragazzi delle Case Famiglie di Stagno, gestite dalla Fondazione Luigi Scotto, sono saliti sul palco scenico della Sala Spettacolo di Collesalvetti.
Fra numeri e balli di gruppo Il tema dello show era la follia. “Diamo i numeri”, quindi date, paginate dadaiste sui numeri… Nello spettacolo un riferimento a come i numeri ci condizionano nella nostra vita di tutti i giorni: chi ha la fortuna di avere un cervello che ha una logica numerica oggi va avanti, chi non ce l’ha viene considerato inadeguato. «Con i disabili – spiega Lamberto Giannini, regista assieme ad Aurora Fontanelli – con i numeri i registrano eccessi: gli autistici ne sono innamorati, gli altri proprio li rifiutano. Abbiamo lavorato su questo, ma anche sul movimento e sull’energia con i tanti balli». Nella seconda parte dello spettacolo, infatti, il pubblico è stato parte integrante dello spettacolo stesso: gli attori hanno “preso” la gente seduta in platea e l’hanno portata sul palco, per coinvolgerla in un ballo esilarante. In sala era presente anche lo Studio Live, una scuola di danza, con 4 sue ballerine, che all’inizio hanno fatto la loro performance, ma poi sono entrate in gioco con i ragazzi a tutti gli effetti, mettendo un po’ da parte, si fa per dire, la professionalità.
Il siparietto del sindaco Presente anche il sindaco Lorenzo Bacci, che non è venuto a fare un discorso istituzionale, ma si è mischiato ai ragazzi e ha inscenato un siparietto surreale, dicendo che il Comune aveva speso tutte le risorse per Miss Stagno. Tutta una comunità, dal sindaco in giù, è stata al gioco.
«Fare teatro e farlo assieme, questo conta» «La cosa per me più importante – così Lamberto Giannini a Collenews – è aver visto che i ragazzi sono cresciuti come attori. Io, quando mi approccio al teatro della disabilità, non è che penso di far loro una gran cosa… l’importante è stare assieme, far teatro assieme. L’integrazione è riuscita molto bene: il gruppo Scout si è unito a noi, così come i volontari venuti da Livorno per fare quest’esperienza .Aver visto l’emozione di tanti ragazzi giovani mi ha fatto piacere. Quando finisce uno spettacolo, vedi la commozione degli spettatori e te come regista esci più leggero, significa che qualcosa è successo».
Il teatro pieno ha dato l’ultima certificazione della riuscita del tutto, per la quale ampio merito va al lavoro straordinario di coordinamento di Enrica Monticelli ed Irene Visone. Efficace la scenografia di Cristina Arrighi e Camilla Guarguaglini. Uno spettacolo che ha postato sul palco una 30ina fra ragazzi disabili e volontari, tutti sempre in scena. Il coronamento di un sogno per questi ragazzi, cui prima di ogni altro va l’applauso, che ci lavoravano da dicembre scorso.
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