Guasticce Anche nella frazione dell’Interporto il PD ha celebrato il proprio congresso di circolo. Ad avere la meglio, ieri sera, la mozione per Matteo Renzi con 16 voti (55.18%), seguito da Andrea Orlando che si ferma a 13 voti (44,82%). Fanalino di coda, Michele Emiliano, che fra gli iscritti al circolo di Guasticce non ottiene nemmeno 1 voto (0%). 31 gli aventi diritto al voto, 29 i votanti effettivi.
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All’ex presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà il compito di esporre la mozione per Andrea Orlando. Kutufà ne ha rivendicato la natura europeista e citato il motto della candidatura del Guardasigilli: “unire l’Italia, unire il PD”. L’ex presidente della Provincia si è soffermato sul modus operandi renziano: «le cose vanno fatte con rapidità ed efficacia – ha sottolineato – ma anche con coinvolgimento». E sul provvedimento chiamato “Buona Scuola”: «era un buon provvedimento, ma ci si è ritorto contro. Renzi ha bypassato sindacati e corpi sociali in nome del rapporto diretto con l’elettore». Poi, un altro tema legato a stretto filo con il nome di Renzi: «lui ha questa idea secondo cui il Presidente del Consiglio e il segretario di partito debbano essere un’unica persona e concepisce il partito come un comitato elettorale». Infine, ha sottolineato l’importanza di una «politica sociale che mira a trasferire le risorse finanziarie alle fasce più deboli della popolazione: io non condivido assolutamente la politica del bonus generalizzati; concentriamo le poche risorse finanziarie che ci sono sulle fasce deboli».
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Silvia Ghilardi ha invece esposto la mozione per Emiliano, contestando la rottamazione e sottolineando la necessità di «andare oltre il partito dell’uomo solo al comando». La donna ha rivendicato l’importanza dei circoli come luoghi di discussione vera: «ogni tesserato deve essere reso partecipe delle scelte, è importante il coinvolgimento». Di qui la proposta di una piattaforma sul web dove ciascun iscritto possa votare. La Ghilardi ha poi contestato anche la sovrapposizione delle cariche segretario di partito – Presidente del Consiglio e parlato della necessità di superare le miopia del rigore. E sull’Europa: «la sfida più grande per il nostro partito». E ancora, la sottolineatura della necessità di un piano straordinario per l’occupazione, la centralità che il tema del lavoro deve recuperare nel dibattito politico. Inevitabile un riferimento al Jobs Act: «ha aumentato la sperequazione», ha lamentato, per poi parlare della necessità di intervenire su più fronti compreso quello fiscale. «L’IVA – così la rappresentante di Emiliano – la devono pagare anche le multinazionali del web». La donna ha poi lamentato la «poca spesa per il welfare» e ribadito la proposta di misure per il sostegno al reddito con la attraverso la misura della reddito minimo. Nella presentazione della mozione si è parlato anche di edilizia sociale e della «poca spesa per la scuola», Sempre in tema, ha lamentato: «gli stipendi dei professori sono i più bassi d’Europa» e sul provvedimento “Buona Scuola”: «è sbagliato nei contenuti e nel metodo». Per la Ghilardi «è necessario chiudere la stagione del precariato attraverso assunzioni pubbliche che portino all’esaurimento delle graduatorie».
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A Maurizio Nenci, invece, il compito di esporre la mozione per Renzi. Nenci ha parlato innanzitutto dei temi dell’Europa, per poi spiegare il perché del suo appoggio al rottamatore: «sostengo Renzi dice perché disse di voler sburocratizzare l’Italia, questo portò in me entusiasmo e consenso fin da subito». L’esponente renziano si è poi detto «deluso del risultato il referendum; credevo in questa svolta» e ha parlato della “questione sicurezza”, per poi sottolineare come «Renzi ha raggiunto degli obiettivi». Per Nenci, «un partito deve avere il maggior consenso possibile all’interno della società, non solo al proprio interno». Anche l’esponente PD guasticciano ha poi toccato il tema del premier-segretario: «anch’io ho avuto dei dubbi su questa questione, ma pensandoci bene è un rafforzamento importante».
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Dopo l’esposizione delle mozioni si è sviluppato il dibattito: Delia Menicagli si è detta «felice di vedere così tanta gente in questo circolo che solitamente è deserto» e ha incalzato: «quando le riunioni non vengono convocate non è colpa di Renzi, ma nostra». «Renzi mi ha coinvolto emotivamente; ero espressione dell’anti-politica, potevo essere una preda del Movimento 5 Stelle, ma così non è statO: mi sono iscritta al partito consapevole dell’importanza delle diversità».
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