Alberto BenedettiStagno Rifondazione Comunista Collesalvetti palesa la propria posizione sulla questione della permanenza o meno della Caserma dei Carabinieri a Stagno. Intervistato da Collenews, il segretario Alberto Benedetti inquadra il problema in un contesto generale e polemizza con il Governo che «preferisce spendere milioni di euro per comprare aerei da guerra, ma non mette un euro per la sicurezza pubblica». Ritiene che la soluzione dovrebbe trovarla il Ministero più che l’Amministrazione Comunale e lancia un monito: «se c’è un momento, in extremis, per gridare con i megafoni, quel momento è adesso».

 

Benedetti, qual’è la vostra posizione come Rifondazione Comunista sulla questione della Caserma di Stagno?

«Fin da quando ero assessore ci ho lavorato per tentare di risolvere il problema, ci ha lavorato questa Amministrazione in qualche maniera, ma io credo che questo problema vada inquadrato da un punto di vista generale. L’attuale Governo preferisce spendere milioni di euro per comprare aerei da guerra, ma non mette un euro per la sicurezza pubblica. Pochi mesi fa, quando è rivenuto fuori il problema del terrorismo internazionale, sulla stampa sono emerse varie inchieste sulla situazione delle nostre Forze dell’Ordine; se sono in condizioni di poterci difendere. È emerso che Caserme e Questure non hanno benzina per le macchine; spesso a fine turno spingono le macchine dentro i garage perché hanno finito il carburante; hanno armi e sistemi di protezione individuale obsoleti. Qualora dovessero, speriamo mai, farne uso… Mancano soldi per le munizioni. Noi viviamo in questo conteso: accorpamenti di Forze dell’Ordine inconcepibili. Pochi mesi fa l’ufficializzazione dell’accorpamento di Corpo Forestale dello Stato e Carabinieri. Il ruolo autonomo del Corpo Forestale dello Stato per la conformazione del territorio era fondamentale. È in questo contesto generale che si spiega la volontà di non trovare una soluzione».

 

Nel caso specifico – rimarrà il problema della benzina, dei mezzi – però c’è un edificio dal quale questi Carabinieri se ne devono andare. Il sindaco ha rassicurato dicendo che la Caserma rimarrà nel paese, ma non ha specificato sulla base di quali presupposti. Voi che idea vi siete fatti? 

«Io spero che se il sindaco si è impegnato in questo senso, esponendosi in maniera forte, un’alternativa sostanziale ci sia. Il Comune probabilmente ha trovato una soluzione, ma non è il momento di tirarla fuori ancora. Se così non fosse, è una promessa azzardata. Sembra un déjà vu; anche con le Poste anni fa io sentii dire: “non si chiuderanno mai”, invece 4 Uffici Postali sul territorio son stati chiusi. Quello di Nugola fino a pochi mesi fa era a rischio. Son state fatte battaglie a Roma, manifestazioni, però poi quando a Roma le Poste centrali hanno deciso che gli Uffici Postali dei piccoli paesi dovevano chiudere, son stati chiusi. Io penso che non sia neanche giusto che sia il Comune a dover trovare una soluzione alternativa affinché i Carabinieri rimangano sul territorio: dovrebbe essere un impegno del Governo far sì che si trovino le risorse idonee per poter garantire il presidio delle Forze dell’Ordine sul territorio, specie il nostro che è enorme e servirebbero il doppio dei Carabinieri rispetto al numero attuale per presidiarlo tutto».

 

Secondo lei c’è un edificio che potrebbe essere adibito a Caserma? E i fondi?

«Gli edifici ci potrebbero essere. Il problema sono i fondi per ristrutturare».

 

Per esempio? Quali potrebbero essere questi edifici?

«Anni fa si prese in considerazione l’ipotesi di dedicare una parte del Macchia Verde ai Carabinieri. Ma, anche lì… il Comune si deve privare di una struttura sua che poteva destinare ad altro…? Ma pur di garantire i Carabinieri sul territorio, il Comune era disposto a valutare anche questa opzione. Quando ero assessore io, avemmo contatti con un paio di privati che avevano manifestato disponibilità per rilocare i Carabinieri. Il problema sono i fondi per la ristrutturazione a Caserma. Il Ministero non si accolla questo tipo di spesa; il budget per il canone d’affitto è abbastanza irrisorio e non permette di fare questo tipo di investimento. Quindi…»

 

Qualcuno ha detto che siamo di fronte ad un problema annoso, ma ci si è ritrovati all’ultimo ad affrontarlo. È così?

«Il problema, negli anni, è sempre stato affrontato, ma probabilmente non è mai stato seguito con la volontà reale di risolverlo. Anni fa si parlava dell’ipotesi della presenza dei Carabinieri in una palazzina all’interno dell’Interporto, ma questa cosa non si è mai realizzata; forse non era nemmeno realizzabile. L’Interporto probabilmente non è un luogo adatto per la presenza dei Carabinieri» .

Quali sarebbero le conseguenze, anche politiche, se sciaguratamente la Caserma sparisse da Stagno?

«Certamente tutte le forze politiche comincerebbero a gridare coi megafoni, ma una volta chiusa sarà tardi. Se c’è un momento, in extremis, per gridare con i megafoni, quel momento è adesso. Questa Amministrazione, visto che è dello stesso colore politico di quella che governa il Paese, una possibilità in più per risolvere il problema, se vuole la può trovare. Certo…. il caso dei finanziamenti a pioggia che dovevano cadere sul territorio di Livorno e Collesalvetti promessi durante l’ultima campagna elettorale per le regionali è emblematico: di quei soldi non si è visto un euro. Quindi, probabilmente è dura anche ai piani più alti. Con ciò, ribadisco che a risolvere il problema dovrebbe essere il Ministero e anche la Prefettura».

 

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