Collesalvetti Uno spettacolo in onore di un grande campione ed eroe della resistenza antifascista. Questo è quanto andato in scena lo scorso 28 gennaio presso la sala spettacolo di Collesalvetti. “Bartali”, questo il titolo dell’opera scritta ed interpretata dall’attore e comico Ubaldo Pantani con la collabrazione di Vittorio Borsari e Alessandro Salutini, è uno spettacolo andato in onda anche in versione televisiva su Rai 2 lo scorso 27 gennaio in occasione del giorno della memoria.
Uno spettacolo che è stato ideato per descrivere “l’altra vita”, quella meno nota, di uno dei più grandi campioni del ciclismo. Lo spettacolo era infatti una sorta di cronistoria della vita del grande sportivo fiorentino, con un particolare focus sulla sua attività di lotta al nazifascismo durante gli anni della deportazione degli ebrei. Una storia tenuta segreta per lungo tempo e venuta fuori in seguito che rivelaquella che è stata la sua seconda identità: quella di autentico eroe della seconda guerra mondiale. Il format dello spettacolo, messo in scena in occasione del giorno della memoria, è stato quello di un monologo teatrale, tratto dal libro “Un cuore in fuga” di Oliviero Beha.
In apertura lo stesso Pantani ha fatto un’ introduzione di quella che è la storia che sta dietro allo spettacolo e sui retroscena della vita del grande ciclista toscano. «Pantani racconta Bartali, so che detto così fa un po’ ridere – ha esordito il comico volendo fare ironia sulla sua interpretazione – Questo spettacolo è nato quando la Rai mi ha chiesto di realizzare uno spettacolo sulla figura di Gino Bartali. Io, essendo un grande appassionato di storia e di ciclismo, ovviamente non mi sono tirato indietro anche per via del mio cognome che negli anni Novanta, con l’avvento di un altro grande campione del ciclismo, Marco Pantani, è diventato un simbolo di questo sport. In seguito – ha continuato Pantani – mi sono documentato e ho scoperto la vita di Bartali, questo umile, ma allo stesso tempo grande, ciclista della periferia fiorentina».
La storia di Bartali In seguito Pantani ha fatto un excursus di quella che è stata la vita del campione, partendo dall’infanzia, età nel quale Bartali scopre la passione per la bicicletta, compratagli dal padre per recarsi a scuola a Firenze, con la quale percorreva quasi 30 km al giorno. Al racconto della vita di Bartali sono stati anche legati eventi di natura storica come l’avvento del regime fascista nel 1922 e l’omicidio Matteotti del 1924, stesso anno in cui Gino vinse, a 16 anni la sua prima gara, essendo poi però squalificato perché definito fuori età per la competizione.
Nel 1934 divenne campione Toscano dilettante e nel 1935 partecipò alla sua prima gara professionistica la Milano-San Remo e nel ’36 e nel ’37 vinse il giro d’Italia. Nel 1938, al Tour de France, arrivò in maglia gialla a Parigi rifutandosi alla premiazione di fare il saluto fascista. Nello stesso anno il fratello Giulio muore investito da un’auto balilla. L’anno seguente scoppia la seconda guerra mondiale, ed è in questo contesto che la seconda vita di Bartali viene fuori. Nel 1940 viene arruolato come aviere svolgendo, in sella alla sua bici, il lavoro di porta messaggi.
Nel 1943 con l’armistizio e la fuga del Re a Brindisi, Bartali torna a Firenze dove il Cardinale Elia Dalla Costa lo ingaggia per portare documenti falsi per permettere a famiglie ebree di espatriare e salvarsi. Bartali faceva queste consegne con la sua bicicletta, nascondendo i documenti nei tubi del telaio e percorrendo molti chilometri fra Genova, Bologna, Terontola e altre città. Con la sua attività Bartali salvò dalla persecuzione nazifascista circa 800 ebrei in 9 mesi inviando inoltre in Vaticano generi alimentari per aiutare i rifugiati ospitati presso la Santa Sede. Il comico ho poi concluso lo spettacolo passando in rassegna episodi della vita sportiva di Bartali dopo la fine della Guerra come la vittoria al Tour de France del 1948 sino alla morte del grande campione avvenuta il 5 maggio del 2000. Durante tutta la narrazione, il monologo di Pantani è stato accompagnato musicalmente al piano da Sergio Innocenti e alla fisarmonica da Massimo Signorini.
Al termine dello spettacolo, dopo gli applausi fragorosi del pubblico, il Sindaco Bacci ha fatto un discorso inerente all’importanza della celebrazione del giorno della memoria come evento che deve essere ricordato affinché determinate cose non accadano più. In seguito è intervenuto Giovanni Ughi, guasticciano, prigioniero in Germania durante la guerra che ha raccontato la sua fuga, che come le imprese di Gino Bartali è avvenuta mediante l’utilizzo di una bicicletta che gli ha concesso di arrivare da Berlino sino al Brennero con una “volata” durata 10 giorni.
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