Torretta La Mansio Romana di Torretta?! Ci sarebbe la possibilità di intercettare fondi attraverso dei bandi. L’auspicio è quello, tramite quei fondi ed il lavoro della Sovrintendenza, di riaprire a breve l’area per qualche occasione l’anno, ma soprattutto per la visita delle scolaresche. Intanto la Sovrintendenza sta svolgendo dei lavori di manutenzione della tettoia.
A far visita alla Mansio Romana di Torretta, nei giorni scorsi, i consiglieri comunali ed i componenti del Consiglio di Frazione delle colline. La visita è stata organizzata dall’ufficio cultura e da quello dei lavori pubblici del Comune su espressa richiesta del consigliere PD Dario Fattorini che in veste di presidente della Commissione Sociale ha voluto far conoscere lo stato di questo sito archeologico, parte della cui storia si trova sul portale turismo del sito del Comune di Collesalvetti. Le prime notizie risalgono a fine ‘800 ed in particolare le prime foto sono del 1935, quando ancora molti mosaici erano intatti.
Gli scavi invece sono dei primi anni Novanta, quando si scoprì il tutto in occasione della costruzione dell’autostrada. In pratica si tratta di un’antica stazione di sosta per i romani dove erano presenti terme, piscine, area palestra e altro ancora presso cui i soldati romani potevano rifocillarsi e riposarsi. Le condizioni del sito, dopo una valorizzazione risalente a dieci anni fa, non sono buone; negli ultimi anni è stato abbandonato tutto.
Fattorini, un ringraziamento particolare ci tiene a farlo a Federica Tani, dottoressa in archeologia e socia dell’Associazione Gaia, che conosce benissimo gli aspetti archeologici e storici della zona e che – racconta Fattorini – «ci ha spiegato molte cose interessanti». «Politicamente non lascerò cadere questa opportunità di valorizzare questo splendido sito archeologico, che ha grossissime potenzialità. All’estero ce lo invidiano. Piange il cuore a vedere le condizioni attuali, ma sono fiducioso nella possibilità di intercettare fondi e per quanto possa cercherò, se necessario, di fare arrivare la questione alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati».
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