Vicarello Un momento di festa e di sacralità per il “ritorno sulle scene” di un pezzo di storia della frazione. È questo quanto avvenuto ieri pomeriggio presso la Chiesa di San Jacopo a Vicarello con la cerimonia per il restauro delle campane e del campanile della chiesa stessa. In molti si sono infatti ritrovati assieme alle autorità amministrative (presenti il sindaco Lorenzo Bacci ed il maresciallo dei Carabinieri di Collesalvetti Francesco Relli) religiose (l’arcivescovo di Pisa mons. Giovanni Paolo Benotto assieme al parroco di Vicarello Don Antonio Ratti) e ad alcune realtà associative (l’associazione nazionale Combattenti e Reduci, l’associazione Il Barroccio Fiorito e la Misericordia di Vicarello).
I festeggiamenti sono iniziati con la celebrazione della Santa Messa officiata dall’arcivescovo di Pisa mons. Benotto. «Oggigiorno qualche volta il suono delle campane a qualcuno dà fastidio – così l’arcivescovo nel corso dell’omelia – arrivano anche proteste da parte di alcuni cittadini perché il suono delle campane disturba. Ma esiste un decreto del vescovo, con cui io ho regolato il suono delle campane che è espressione di libertà religiosa che è garantita dalla nostra Costituzione. Le campane sono un modo per far capire che c’è una parola, c’è un suono che manda un messaggio e cerca di creare unità in tutta la comunità. Le campane peraltro sono intonate l’una all’altra per far sì che il suono prodotto sia un’armonia, non una dissonanza. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno contribuito, contribuiscono e contribuiranno al pagamento di questa opera di restauro che era diventata una cosa necessaria per assicurare l’incolumità delle persone e della Chiesa».
«Devo ringraziare – ha continuato mons. Benotto – prima di tutto la Conferenza Episcopale Italiana, perché il restauro del campanile ha ricevuto parte dei fondi necessari dall’ 8 per mille. Voglio ringraziare il Comune di Collesalvetti per il contributo dell’8%. Un grazie va ovviamente anche a chi ha lavorato materialmente alla realizzazione di questo progetto, per far sì che questa opera fosse compiuta. Il Comune di Collesalvetti ha dato il suo contributo tramite le quote degli oneri di urbanizzazione spettanti a iniziative portare avanti dalle parrocchie comunali».
In seguito, l’associazione nazionale Combattenti e Reduci, ha ricordato i vicarellesi vittime del primo conflitto mondiale i cui nomi sono incisi sulle campane che sono state rimesse a nuovo così come la struttura del campanile. Questi i nomi incisi sulle campane: Bacci Carlo, Bacciardi Giuseppe, Badalassi Vittorio, Balestri Giuseppe, Barsacchi Ovidio, Bernardini Antonio, Bettarini Egisto, Botrini Angiolo, Botrini Francesco, Botrini Pilade, Braccini Guerrino, Caldelli Luigi, Casapieri Arturo, Casarosa Nello, Cecconi Orlando, Ceccotti Gino, Del Bravo Alemanno, Del Punta Gino, Del Punta Torquato, Demi Egidio, Franceschi Silvio, Griselli Giuseppe, Griselli Vittorio, Landi Armando, Lucarelli Lisandro, Lugli Guido, Marcacci Anselmo, Marcacci Cesare Marcacci Italiano, Martini Giovanni, Menichetti Guido fu Carlo Menichetti Palmiro di Raffaello, Menichetti Palmiro fu Carlo, Minuti Annibale, Mondini Vittorio, Morelli Priamo, Nanni Umberto, Novi Adelindo, Poli Italo, Rocchi Stazio, Romboli Natale, Rovina Francesco, Salvadori Priamo, Salvadorini Umberto, Salvini Pilade, Santerini Angiolo, Santini Gastone, Signorini Emilio, Tampucci Emilio, Testi Giovanni, Tosi Giovanni, Tosi Olinto, Turbati Vittorio, Vannozzi Vittorio, Vannucci Giovanni, Virgilio Gino.
Nelle battute finali della celebrazione della Santa Messa è intervenuto l’Ingegner Roberto Cinelli dell’impresa che ha curato i lavori di restauro del campanile, spiegando analiticamente e tecnicamente gli interventi che sono stati effettuati per la messa in sicurezza della struttura del campanile. In seguito la celebrazione si è spostata all’esterno dove monsignor Benotto ha benedetto il campanile che in seguito ha “prodotto” i suoi primi suoni post restauro. La festa paesana si è conclusa con un rinfresco aperto a tutti presso i locali parrocchiali animato dal folklore dell’associazione Il Barroccio Fiorito.
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