Guasticce Giovanni Ughi, guasticciano, prigioniero dei tedeschi durante gli anni più bui della nostra storia, ieri è stato ospite della scuola elementare di Guasticce. Un’importante occasione per raccontare la storia ai bambini del plesso e rispondere alle loro domande. Nel suo intervento Ughi ha sottolineato l’importanza di «lottare per la democrazia, la libertà e l’uguaglianza» e raccontato alcuni dettagli della sua prigionia, ad esempio il fatto che il letto su cui lui e gli altri prigionieri erano costretti a dormire era scomodissimo e ancora: il fatto che «c’era una sola coperta per l’estate e per l’inverno. Ricordo che un ragazzo fu ucciso per averla tagliata in due».

A sottolineare  l’importanza dell’evento, anche la presenza del sindaco Bacci.«”Devi avere un cuore d’oro se in guerra non hai mai sparato a nessuno“: con queste parole un bambino della scuola “Falcone e Borsellino” di Guasticce ha salutato Giovanni Ughi al termine dell’incontro organizzato oggi dalle insegnanti del plesso – così il primo cittadino – che ringrazio per questa bellissima mattinata, allo scopo di far conoscere direttamente dalla viva voce di un reduce cosa voglia dire “vivere la guerra”».

«Giovanni – commenta il sindaco – è stato per due lunghi anni prigioniero dei tedeschi, vittima delle loro nefandezze e anche oggi, lucido come sempre, si è prestato per oltre un’ora alle domande dei nostri bimbi, curiosi e vogliosi di conoscere la storia di questo guasticciano “unico”, che è poi la storia da cui tutti noi discendiamo. Io la penso come il bimbo: che i veri eroi sono quelli che in guerra si rifiutano di uccidere, di sparare».

 

«I veri eroi sono quegli uomini e quelle donne che, dopo secoli di guerre e due conflitti mondiali che hanno distrutto intere generazioni di popoli europei, hanno costruito mattone dopo mattone l’Unione Europea, l’unico strumento in grado di impedire nuovi conflitti, l’unico baluardo in grado di garantirci oltre 70 anni di pace, un tempo mai visto prima in Europa. Giovanni è uno di questi. Per lui e per questi bimbi vale la pena continuare a impegnarsi ogni giorno affinché la follia dell’uomo, che spesso si riaffaccia provando a mettere gli uni contro gli altri popoli fratelli, sia sopita grazie alla forza della ragione e del cuore. Lo stesso cuore che ha avuto Giovanni negli anni della guerra».

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