Stagno Il tema della prevenzione del rischio è, in Italia, quasi sempre all’ordine del giorno del dibattito pubblico, anche se i fatti non corrispondono quasi mai (quantomeno completamente) alle parole, alle manifestazioni di intenti. Ma qual’è il modello toscano di difesa del suolo? La Regione ha fatto il punto della situazione.
“L’incontro con i direttori dei Geni Civili e dei Consorzi di Bonifica – si legge in un comunicato stampa della Regione – è stata anche l’occasione per fare il punto sulle strategie adottate dalla Regione per prevenire i rischi e per evidenziare i cardini del modello toscano di difesa del suolo. Infatti dopo l’alluvione che nel 2011 colpì Aulla e le aree limitrofe, la Regione Toscana ha approvato una legge (la 21 del 2012) che vieta nuove costruzioni negli alvei, sugli argini dei fiumi, nelle zone di espansione ed in quelle a rischio, che in Toscana corrispondono a circa 973 chilometri quadrati, ed interessano 263 comuni su 276″.
“Grazie a questa legge – si legge ancora nella nota stampa – fin dal 2012 è stato reso inedificabile il 10% del territorio, con l’introduzione di divieti di realizzazione di tombamenti dei fiumi e dei torrenti, di nuove edificazioni e trasformazioni morfologiche nelle aree comprese nelle due fasce di larghezza di dieci metri dalle sponde di ogni corso d’acqua. Inoltre la legge introduce disposizioni sugli interventi nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata. Sono tre infatti i nuovi livelli (alluvioni frequenti, poco frequenti – ovvero con tempo di ritorno 200 anni – e scarsa probabilità di alluvioni) introdotti dalla direttiva europea”.
“La legge disciplina quindi le nuove costruzioni e le trasformazioni nell’alveo, nelle golene, sugli argini dei corsi d’acqua e nelle fasce di rispetto, e stabilisce che questi interventi non sono consentiti, salvo alcune eccezioni, previa verifica della compatibilità idraulica e, comunque subordinata al rispetto di alcune condizioni. Secondo la legge regionale sono i Comuni ad individuare le misure per la gestione del rischio alluvioni necessarie all’attuazione delle trasformazioni urbanistico-edilizie, finalizzate alla riduzione del rischio per abitazioni, persone e attività economiche. Al tempo stesso sono stati riorganizzati i Consorzi di Bonifica che sono passati da 33 a 6 e si occupano in particolare della manutenzione dei fiumi e corsi d’acqua minori”.
“La Regione Toscana, dal 2011 – conclude la nota – spende ogni anno circa 100 milioni per interventi per la sicurezza idraulica, fra costruzioni di bacini, casse di espansione, consolidamento di argini. A questi si aggiungono i 90 milioni (83 milioni dai contributi dei cittadini più 6 dalla Regione per i corsi d’acqua in seconda categoria) di interventi manutentivi ad opera dei Consorzi. Il Documento Operativo per la Difesa del Suolo 2017 prevede in tutta la Toscana opere e progetti per quasi 11 milioni di euro che si aggiungono alle risorse programmate negli anni scorsi e a quelle gestite nelle contabilità speciali. Dal 1 gennaio 2016 la Regione ha riassorbito le competenze delle Provincie e ha acquisito compiti di gestione più diretta. Oggi la Regione Toscana è il soggetto unico che si occupa di tutte le attività di difesa del suolo e ha individuato nei Consorzi di Bonifica il soggetto preposto alla manutenzione dei corsi d’acqua, con un evidente snellimento delle procedure e una diminuzione dei tempi di risposta, in una materia che mal sopporta ritardi”.
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