Guasticce Una riflessione sulle banche e sul loro ruolo con un occhio di riguardo per il “caso Guasticce“. È quanto fa la sezione colligiana di Rifondazione Comunista.
«Rifondazione Comunista Collesalvetti – si legge in un comunicato stampa del partito a firma di Valerio Bianconcini – si vuole soffermare un attimo a riflettere sulla chiusura della filiale del Banco Popolare di Guasticce. Tralasciando per un attimo il concetto di banche private e banche pubbliche, compreso i milioni di euro che gli ultimi Governi hanno speso per salvare banche private, noi continuiamo a sostenere che dovrebbe esistere una sola banca e cioè una banca di natura pubblica, relazionata con il Ministero dal Tesoro, proprio come funzionava prima del 1981, quando avevamo un rapporto tra debito e Pil del 60%. Dopo di ciò a causa di manovre neo-liberiste e politiche capitaliste, questo rapporto è più che raddoppiato, consolidando la differenza tra ricco e povero, dove quest’ultimo non potrà mai approdare nell’altra classe».
«Attualmente – prosegue la nota stampa – il nuovo Governo giallo-verde sta varando la nuova manovra finanziaria, che oltre al tentativo di far calare il rapporto tra debito e Pil, purtroppo si porrà come obiettivo quello di tagliare anche molte delle detrazioni fiscali in essere. Inoltre, tralasciando il capitolo reddito di cittadinanza, il Governo lavora sulla la flat-tax, e la “pace fiscale”, che non sarà altro che un condono fiscale. Per noi questi due ultimi provvedimenti assieme, non faranno altro che favorire la fascia più ricca di popolazione, affossando sempre di più quella popolare e del ceto medio».
«Difronte a questo – si legge ancora nel documento – rimaniamo sempre più convinti che lo strapotere dato fino ad oggi ai privati nella gestione della cosa pubblica non funzioni per la gente, ma sia utile solo per il privato che guadagna, sulle spalle del popolo, senza impedimento alcuno». Il partito pone poi lo sguardo sulla chiusura della filiale di Guasticce, che – si legge nel comunicato stampa di Rifondazione Comunista – «ha creato forti disagi per i residenti, oltre 1.200 persone, le quali per buona parte sono correntisti, costringendoli a spostarsi in altre frazioni limitrofe per arrivare alla filiale più vicina». «La chiusura di una filiale bancaria sita in un luogo strategico – basti pensare al continuo evolversi della realtà dell’Interporto Amerigo Vespucci e delle altre realtà industriali – ancora oggi non riusciamo a spiegarcela. Attualmente rimane solo la presenza dello sportello bancomat, il quale risulta essere molte volte a corto di banconote, visto il flusso di persone che lo utilizzano, anche non residenti della frazione».
«Il fondo, ad oggi – conclude il comunicato – risulta essere vuoto e rimane di proprietà della stessa banca. Su questi locali c’è stata una presa di posizione da parte dell’Amministrazione Comunale la quale afferma che sorveglierà affinché non ci siano speculazioni immobiliari e tentando di rendere le operazioni di eventuali cambi di uso il più controllati possibile. Rifondazione Comunista rimane, in questa fase perplessa sia sulle motivazioni espresse dalla Banca riguardanti la chiusura, sia sugli intenti espressi da parte dell’Amministrazione Comunale e quindi continueremo a seguire la vicenda, controllando anche i “sorveglianti” rispetto agli impegni presi».
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