Briciole di dibattito si sono sviluppate nell’ambito dell’iniziativa GiuntAperta a Guasticce del mese scorso e sul gruppo Facebook del paese, ma una risposta che per veste formale e rilevanza numerica possa qualificarsi inequivocabilmente come “la risposta del paese” a questa iniziativa non c’è stata. Saranno le feste natalizie che non si sono ancora esaurite, sarà dunque che si è ancora in un altro clima, fatto sta che questa grande notizia, come spesso accade in questo paese, è stata accolta in anestetica insensibilità, quasi non fosse qualcosa che riguarda i guasticciani. Quando invece, per presenza fisica e per le ricadute occupazionali che sono state garantite, non è affatto così.
L’assenza di dibattito è sempre un dato poco incoraggiante perché denota scarso interesse e poco senso di comunità. Un dato su cui la politica da un lato e chi dall’altro nel paese si impegna in prima persona in vari ruoli, percependo ancora il senso di comunità, deve riflettere. Non si può non auspicare un’assemblea pubblica su questo tema, possibilmente con i soggetti protagonisti di questa nuova attività. Anche perché questi andranno ad insediarsi a Guasticce. Loro hanno delle esigenze, i residenti del paese ne hanno di proprie. Ed è pertanto nell’interesse di tutti che questa convivenza si sviluppi nel modo più positivo possibile per entrambe le parti in causa. E questo avviene se c’è dialogo, interfaccia diretta, esposizione da parte di ciascuno dei propri intenti e delle proprie esigenze.
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