Guasticce 5L’editoriale A Guasticce un percorso sembra avviato. Quello di costituire una Pro Loco. Il giorno prima della Vigilia di Natale i ragazzi che sembrano intenzionati a dar vita ad una realtà di questo tipo anche nella quarta fra le frazioni più grandi del Comune (Collesalvetti, Stagno e Vicarello già ne hanno una) si sono cimentati col loro primo banco di prova, organizzando un’apericena natalizia. Una prova ben riuscita, visto che sono emerse le loro capacità organizzative, lo spirito di gruppo e il terzo ingrediente principale: l’entusiasmo. Ad ora le quotazioni per la nascita della Pro Loco Guasticce sembrano positive, anche se non si può dare per certo che questi ragazzi andranno in questa direzione. Ma, volendo darlo per scontato, cosa potrà essere questa Pro Loco?

 

È questa la domanda fondamentale a cui non solo gli ideatori del progetto, ma anche tutte le altre realtà affini del paese dovranno rispondere. Se la partita verrà condotta in un determinato modo, infatti, in gioco non sarà soltanto l’idea di alcuni, ma il futuro della socializzazione nella frazione dell’Interporto. Prima ancora che pensare a cosa organizzare, ai fondi da utilizzare, ad aspetti logistici ed organizzativi, questo è l’interrogativo: cosa vogliamo creare? Le risposte, in linea generale, sembrano essere due: l’ennesimo gruppo o un contenitore comune. 

 

Le due alternative Nel paese, infatti, c’è già chi si dà da fare per far sì che Guasticce non sia solo un dormitorio, ma al contrario un paese in cui si vive una dimensione comunitaria che valorizza il luogo ed è capace di attrarre anche gente da fuori. Che poi, è giustappunto quello che dovrebbe fare una Pro Loco. C’è l’associazione Palazzone, che organizza eventi come la festa di fine estate, la gara dei dolci, la festa di Natale, quella dell’Epifania e altro ancora. Chi legge abitualmente queste pagine lo sa bene. E ci sono anche altri gruppi, più informali, che organizzano eventi nel paese. La nuova Pro Loco cosa sarà? Un gruppo che si affiancherà ad essi? O sarà un contenitore comune in cui ritrovarsi tutti per poter organizzare eventi anche di dimensione e rilevanza maggiore, alla stregua di quello che avviene con Vicarelloween o le grandi feste di popolo a Stagno?

 

L’idea di Pro Loco come contenitore comune può forse spaventare, all’inizio. “E quello che già facevamo?”, “E la nostra veste associativa?”. Una paura che svanisce subito se si capisce, da parte di chi già organizza eventi nel paese, che non si tratta di sciogliere la propria associazione per confluire nella Pro Loco, di rinunciare al proprio nome, alla propria storia, alle proprie peculiarità, alle cose che si organizzano da sempre. Niente di tutto questo. Si tratta semplicemente di dar vita ad un qualcosa di diverso, un contenitore comune, dal nome diverso e senza commistioni, in cui ritrovarsi tutti assieme un giorno per organizzare qualcosa di “più in grande” in quella veste, per poi l’indomani tornare, sotto la prima veste, a dar luogo agli eventi che storicamente come si organizzano come “associazione x”. 

 

Se, appunto non snaturandosi né rinunciando a niente, anche le altre associazioni vorranno “siedere” in questa costituenda Pro Loco, quel che Guasticce potrà fare sarà di tutt’altro calibro. Due esempi su tutti: la sagra del pane al pomodoro e il presepe vivente, la prima in modo maggiore, ma anche il secondo (seppur più recente) vera e propria tradizione del paese. Entrambi, a pari merito, tuttavia, richiedono una grande macchina organizzativa, il coinvolgimento di tutti. Giustappunto quello che una Pro Loco dovrebbe essere. È una sfida, questa. per Guasticce. Riuscire ad andare un po’ oltre il proprio piccolo orticello (senza tuttavia rinnegarlo, annullarlo o snaturarlo) per fare, tutti assieme, qualcosa di più grande. Una sfida per il futuro. Un futuro, nel quale, se tutti fanno squadra, l‘appeal di Guasticce sarebbe assai diverso.

 

diego.vanni@collenews.it

Twitter Vanni cronista 2

 

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