Collesalvetti “Roberto Ercolini (1938-1988). La festa dell’enigma”. È il titolo della mostra promossa dal Comune di Collesalvetti e curata da Francesca Cagianelli, in collaborazione con gli eredi dell’artista (Ilaria e Titti Ercolini) inaugurata alla Pinacoteca “C. Servolini” di Collesalvetti giovedì scorso. La mostra proseguirà fino al 2 febbraio 2017 tutti i giovedì, dalle 15:30 alle 18:30. L’ingresso è gratuito.
Si tratta ancora una volta di un tassello importante nell’ambito della valorizzazione della stagione dei Servolini – fanno sapere dalla Pinacoteca – messo a fuoco nell’ambito del pluriennale progetto culturale alla base del calendario espositivo della Pinacoteca colligiana, motivato tra l’altro dalla presenza, nelle collezioni del Comune di Collesalvetti, del significativo dipinto di Ercolini, Rovine (1970). Per la prima volta, dopo le iniziative degli anni Novanta promosse dal Comune di Livorno e dalla Città di Sesto S. Giovanni, Civica Scuola d’Arte Federico Faruffini, Ercolini, grazie alla mostra colligiana, riemerge all’attenzione del grande pubblico nella sua poliedrica personalità di pittore, disegnatore e incisore, oltre che nella vorticosa temperie sperimentale che caratterizzò la sua purtroppo brevissima carriera.
Dopo gli esordi espositivi, contrassegnati, verso la fine degli anni Cinquanta, dalle personali alla Galleria Imperiale di Tirrenia (1958), alla Galleria Cocchini di Livorno (1959), e alla Bottega dei Vageri di Viareggio (1960), il fatidico trasferimento di Ercolini a Milano, in data 1960. «Nulla di nulla della mia condizione mi sembrava soddisfacente – così l’artista alla vigilia della fuga da Livorno – o appena adeguato alle mie aspirazioni. Quando venne davvero il momento di partire mi pare che dalla fretta non salutai nessuno». D’ora in avanti la frequentazione di Franco Russoli, e per suo tramite di Giovanni Fumagalli, si accompagnerà alla contiguità con la Galleria delle Ore di Milano, promotrice infaticabile di una serie di personali, dalla prima svoltasi nel 1963, fino a quella postuma del 1989, dove il nome dell’artista figura ininterrottamente accanto a quelli di Alfredo Chighine, Franco Francese, Costantino Guenzi, Gino Meloni, Pompilio Mandelli. Non cessano tuttavia nel frattempo le esposizioni toscane, in particolare all’Italsider di Piombino nel 1967, alla “Galleria Klee” di Lucca nel 1968, alla Galleria “Il Fante di Picche” di Livorno nel 1969, senza contare la partecipazione alle edizioni del Premio Amedeo Modigliani del 1958 e 1960, fino al coinvolgimento nella mostra allestita alla Casa della Cultura di Livorno nel 1978, dal titolo Ipotesi per un profilo della ricerca artistica a Livorno 1947-1977.
Il percorso espositivo colligiano ripercorre la produzione di Ercolini dagli anni Sessanta fino alla precoce scomparsa nel 1988, ovvero fino all’estremo ciclo iconografico delle cosiddette “stanze”: un incessante e altalenante incedere tra neo-geometrismo, neo-concretismo e neo-costruttivismo da una parte, e surrealismo dall’altra.
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