L’editoriale Davamo conto ieri su queste pagine degli sviluppi relativi al caso della caserma dei Carabinieri di Stagno (leggi qui) e nella fattispecie della disponibilitá da parte del gruppo Eni a mettere a disposizione alcuni immobili di sua proprietá da riadibire a nuova caserma per la frazione.
Un gesto non dovuto giuridicamente, ma “politicamente” più che opportuno stante l’accoglienza che Eni ha trovato su questo territorio. La partita, tuttavia, non giunge ancora a conclusione, anzi… siamo ancora alla fase preliminare. Dovrà esser svolto un sopralluogo e si dovrà valutare l’idoneità degli immobili alla nuova ipotetica ridestinazione d’uso. Per non parlare dell’eventuale ristrutturazione e, soprattutto, a carico di chi sarà, chi si accollerrà i costi di un’operazione di questo tipo.
I giochi, dunque, son tutt’altro che fatti. La cosa che tutti sperano è che durino poco, che si riesca a concretizzare in tempi brevi e a trovare una nuova collocazione per i Carabinieri di Stagno. Perché questa frazione, così come Guasticce (altra località coperta dai militari di questa caserma), senza carabinieri non può stare. E’ la frazione più grande del Comune, ha visto al proprio interno fatti di cronaca nera molto inquietanti e non è disposta ad accettare di perdere quel presidio di sicurezza, quella garanzia di legalità e ordine pubblico che i Carabinieri rappresentano. In un territorio, quello del Comune di Collesalvetti, così ampio – al di là del numero degli abitanti – una sola caserma, a Collesalvetti, è inaccettabile.
La disponibilità di Eni a valutare la concessione di immobili di sua proprietà lascia dunque ben sperare, anche perché fra i suoi principali azionisti vi è la Cassa Depositi e Presititi (il cui 80,1% è controllato dal Ministero delle Finanze). Dunque, lo Stato. Quello Stato – non vi sono compartimenti stagni – di cui pure l’Arma dei Carabinieri fa parte svolgendo un ruolo fondamentale a tutela dei cittadini, un ruolo di lotta e prevenzione del crimine, di mantenimento dell’ordine pubblico, di corretto vivere civile. Un servizio di cui davvero non si può fare a meno. Nemmeno in virtù della spending review. La caserma a Stagno non può non rimanere. E qualora – Dio non voglia – gli immobili di Eni, per qualsivoglia ragione, non potessero essere utilizzati a questo scopo, ciascuno nel proprio ruolo (Istituzioni, società civile e quant’altro) dovrà darsi da fare per trovare soluzioni alternative. Perché una caserma Stagno non può permettersi di perderla.
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