Andando oltre a quelle che sono le disposizioni in materia previste dallo statuto comunale e dal regolamento per il funzionamento dei Consigli di Frazione, va da sé che, pur non essendo organismi con una propria personalità giuridica, organi deliberativi, anche i Consigli di Frazione si inseriscono nell’ambito di quelli che sono i principi fondamentali che sovraintendono all’ordinamento democratico del nostro Paese. In questo quadro, dunque, la libertà di manifestazione del dissenso, nelle forme legittime e non violente ovviamente, non può non riguardare anche i Consigli di Frazione.
Anche questi organismi della partecipazione, dunque, possono dissentire legittimamente dal modus operandi dell’Amministrazione Comunale. Quello che è importante è che la diversità di vedute su una piuttosto che un’altra questione; la non condivisione di un certo modus operandi; la diversa percezione di quale possa essere la soluzione a questo o quel problema non si trasformi una guerra.
E’ dunque nella natura delle cose che in un ordinamento democratico e pluralista, persone, associazioni, organismi della partecipazione, organi deliberativi la vedano diversamente gli uni rispetto agli altri. Ciò che fa la differenza è se da questa diversità di vedute scaturisce una guerra mirata a distruggere l’altro oppure una concertazione costruttiva mirata a convincere l’altro della bontà delle proprie opinioni o della propria ricetta. La prima strada, ovviamente, non porta da nessuna parte, non risulta essere assolutamente edificante, la seconda, al contrario, pur nell’asprezza fisiologica di un dibattito acceso e di gesti forti, muove dalla consapevolezza del fatto che siamo tutti parte della stessa comunità.
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