Parrana San Martino I ladri a Parrana San Martino non danno pace ai poveri residenti. A raccontarci la sua esperienza è Claudia, ma pare che i malviventi abbiano rubato o tentato di rubare da diverse altre parti.
Claudia, che vive con la sua famiglia in questa piccola frazione del Comune di Collesalvetti, ha già ricevuto diverse “visite”. L’ultimo episodio, mercoledì. Erano circa le 4:30 del mattino, loro erano tutti a letto, quando, ad un certo punto, hanno sentito suonare l’allarme: erano i ladri che stavano provando ad entrare in casa, per l’ennesima volta. Sentito l’allarme, però, sono scappati.
«Il primo episodio però – racconta Claudia – risale al 31 luglio 2014. Quella notte, era quasi mattino, circa le 5:30, smontarono gli infissi per entrare. Ci portarono via tutto: telefoni, tablet, computer, soldi, l’auto, collane, orecchini e perfino i giochi della play station. Per fortuna, lasciarono assegni e carte di credito. Dopo quell’episodio installammo allarme e telecamere e ora abbiamo deciso di dotarci anche di sensori laser».
Poi, un altro episodio a metà febbraio di quest’anno. «Hanno provato nuovamente ad entrare, ma non ci sono riusciti. Era mezzanotte, scattò l’allarme e i ladri se la dettero a gambe levate». E ancora a inizio di questo mese, ma anche stavolta l’allarme ha costretto i malviventi alla fuga.
La situazione sta diventando, per questa famiglia come per tante altre, veramente insostenibile. Questi continui furti e tentativi di furto hanno costretto i due coniugi ad investire parecchi soldi per fare numerosi lavori: dalla sostituzione degli infissi agli interventi al cancello, passando per l’installazione dei sensori, il cambio delle serrature e anche la stipula di assicurazioni. «Questa casa adesso un bunker – conclude Claudia – e comunque da rubare non c’è davvero più niente. Non abbiamo nemmeno la cassaforte, volevo anche scriverlo sul cancello. Ci sono anche i sensori che illuminano il giardino se entra qualcuno. Non so con che coraggio, casomai, proveranno ad entrare ancora».
Adesso Claudia – per la quale «le pene per questi malviventi sono troppo leggere» – ma anche tutta la sua famiglia, così come le altre interessate dal fenomeno, si aspetta una risposta da parte delle istituzioni, un investimento sulla sicurezza affinché quello che è un diritto basilare, il vivere in serenità con la propria famiglia nella propria casa, sia effettivamente garantito.

Proprio stamani, domenica 29, leggevo sul Tirreno, di un tentato furto nel camper di proprietà di un carabiniere, posteggiato davanti alla caserma. Dopo una colluttazione con i carabinieri il ladro, un tunisino, è stato arresatato.
Quello che sconvolge è che, nonostante tutto, il giudice gli ha dato gli arresti domiciliari. Capisco che la colpa non è del giudice, ma della legge svuota carceri, perché l’Europo ci accusa che questi poveri delinquenti soffrono e ci penalizza.
Ritengo che finché i buonisti si preoccupano troppo dello stato d’animo dei delinquenti, e lo stato, con i vari consociati, province e regioni, non la smette di depredarci con le tasse per far fare la bella vita ai suoi addetti, e costruire nuove carceri, noi cittadini siamo e saremo condannati a subire le prepotenze da tutti i delinquenti che abbiamo in Italia e quelli del circondario che vengono a farci visita.
La massima solidarietà e comprensione alla famiglia di Parrana, siamo tanti ad avere paura dei ladri, delinquenti e gente senza scrupoli purtroppo ci sono persone che si battano per diritti ai carcerati. Io sarei per pene certe ed esemplari e in carcere si LAVORA, e chi se ne frega se stanno stretti in carcere!!! Rubare è diventato più facile di lavorare, se li prendono sono comunque difesi e sono nuovamente fuori con la possibilità di commette nuovamente il reato.
I veri carcerati siamo noi, chiusi nelle nostre case con grate, antifurti, porte blindate e telecamere.
Vaff.. ai buonisti che si battano per i diritti ai carcerati e che i ladri vadano a vivere da loro!