Le rilevazioni di Arpat e il tavolo tecnico «A fronte di questo, ci siamo immediatamente attivati con Arpat per verificare le attività poste in essere che stavano interessando la zona di Stagno vecchio, perché lì era stato posto lo sbarramento anti-inquinamento, chiedendo l’aggiornamento sulle operazioni. Il Comune dopo questa prima richiesta di monitoraggio ad Arpat, ha richiesto – ha riferito ancora l’Assessore – il 15 dicembre l’immediata attivazione di un tavolo tecnico congiunto di emergenza ambientale al fine di monitorare le attività poste in essere e nella fattispecie lo sbarramento anti-inquinamento sullo Scolmatore».
Demi ha ricordato come la zona interessata riguardi le due Province, «per questo abbiamo richiesto il tavolo congiunto». «La prima relazione – ha riferito ancora il titolare dell’Assessorato all’Ambiente – è stata emessa da Arpat il 17 dicembre e individua la presenza di una patina oleosa lungo lo Scolmatore. Arpat ha effettuato due rilevazioni: presso il Calambrone e Grecciano. In questa seconda località si sono rilevati livelli più alti (14 milligrammi per litro di presenza di idrocarburi). Abbiamo anche acquisito un’ulteriore relazione, di Arpat Pisa, rispetto al punto dove erano state poste le panne assorbenti in corrispondenza del ponte di Stagno».
«I nostri funzionari – ha concluso Demi – sono in contatto con quelli della Prefettura perché ad oggi non è ancora stato convocato questo tavolo che abbiamo richiesto».
L’intervento di Fiaschi (M5S) A seguito della comunicazione dell’Assessore, è intervenuto il consigliere pentastellato Ettore Fiaschi che ha ricordato come «il Movimento 5 Stelle il 18 dicembre aveva inviato in maniera urgente una richiesta perché l’Assessore potesse relazionare su questi fatti». «Quello che ci preoccupa – ha detto Fiaschi in Aula – è che l’Eni non abbia informato immediatamente il Comune di Collesalvetti che è responsabile della situazione ambientale sul proprio territorio. Per fortuna, tra virgolette, questo inquinamento è rimasto confinato nell’alveo dello Scolmatore, però in linea teorica avrebbe potuto arrecare danni ben maggiori. Pensiamo se lo Scolmatore fosse esondato per piogge consistenti. Avrebbe inondato i terreni vicini e avrebbe procurato un’inquinamento consistente anche ai terreni limitrofi, appunto. E questo sarebbe stato un danno ambientale notevole».
Il piano di emergenza Fiaschi ha, a questo punto, chiamato in causa il piano di emergenza.«Il territorio del Comune di Collesalvetti è a rischio idrogeologico e sismico e ha dei siti sensibili quali la Raffineria ed altri. Da quello che è successo sembra però che il piano di emergenza non abbia funzionato in maniera corretta. Chi ha prodotto l’inquinamento non ha notificato al Comune, mentre invece doveva farlo. Sono andato sul sito del Comune per studiarmi i piani di emergenza, che non prendono in considerazione questa fattispecie di danno ambientale. Mi sembrano datati. Un Comune moderno deve pensare ad un piano di emergenza che funzioni, insieme alle aziende che operano sul territorio e possono provocare danni ambientali, vedi, in questo caso l’Eni, che non ha comunicato. Cosa sarebbe successo se il danno fosse stato di maggiore entità?!»
Demi ha replicato a Fiaschi che «per questa situazione non si è seguita la procedura di Protezione Civile perché non sussistevano i requisiti».