Collesalvetti «La mia foto migliore è quella che devo ancora fare. Ogni scatto fatto è importante perché riassume un momento imprevisto e carico di emozioni». Questo è lo spirito che ha animato l’intera carriera di Valter Bernardeschi, fotografo naturalista di fama internazionale che ha collaborato anche con National Geographic, protagonista della serata a lui dedicata venerdì 24 ottobre dal Fotoclub Collesalvetti, presso la Biblioteca Comunale di Collesalvetti, ed intitolata “Attimi, luci, colori”.
Mentre al piano terra sono stati esposti alcuni degli scatti più salienti di Bernardeschi, nel locale superiore, presso la Sala Conferenze, lo stesso fotografo ha dato vita ad una proiezione dei momenti più emozionanti vissuti in giro per il mondo: fotosequenze musicate e scatti che raccontavano i comportamenti delle specie animali hanno strappato gli applausi delle circa 70 persone presenti all’evento. Il pubblico ha potuto vivere le atmosfere di S. Rossore, degli orsi del Belgio, dell’Europa Centrale e della Kamchatka, la migrazione degli gnu, la lotta tra predatori e prede, i babbuini della giungla in Africa, per finire alle tribù etiopi.
«Il mio obiettivo è raccontare una storia, in questo caso una specie animale contestualizzata nel suo ambiente naturale – ha detto Bernardeschi nel corso della proiezione -. Non mi interessano solamente foto che documentino in maniera giornalistica una specie animale contestualizzata nel proprio habitat. Anzi, ritengo che l’aspetto tecnico fotografico sia altrettanto importante perché serve a veicolare le emozioni che provo durante lo scatto. E più gli animali sono aggressivi, più mi piacciono».
A margine della mostra, Bernardeschi ha raccontato, per i lettori di Collenews, parte della sua carriera: «Vengo da Capannoli, in provincia di Pisa. La mia passione per la fotografia nasce molti anni fa, anche se all’inizio spaziavo attraverso vari generi. Dopo una pausa, ho ripreso in maniera intensiva nel 2005. Venivo da un periodo particolare e sentivo l’esigenza di starmene da solo a contatto con la natura. Ed è da lì – prosegue – che sono diventato un fotografo naturalista a cui piace documentare da vicino la vita degli animali. Per questo motivo ho viaggiato in tutto il mondo, in special modo in Africa, Asia e Sud America. Ma, oltre a riportare cosa accade, mi piace trasmettere l’emozione e l’adrenalina provate nel momento esatto dello scatto. Sono delle componenti a cui non potrei mai rinunciare».