La strigliata «La nostra presenza lì – scrive Valerio Bianconcini, responsabile delle Politiche del Lavoro, in un comunicato – vuole significare la nostra netta contrarietà ad ogni ipotesi di vendita o trasformazione della Raffineria, che non confermi, come minimo, il livello occupazionale che oggi garantisce la Raffineria tra dipendenti diretti ed indiretti». Per i comunisti locali, però, «un suo peso importante ce l’ha l’azione dell’attuale Governo» E proprio con chi di questo esecutivo fa parte se la prendono gli attivisti di Rifondazione. «In virtù del fatto che il 30% della Società è di proprietà dello Stato, invece di dilettarsi in riforme del Senato attualmente inutili e allo smantellamento dei diritti dei lavoratori, vedi art. 18, forse sarebbe bene che il Governo si sedesse attorno ad un tavolo con ENI e cominciasse a redigere un piano industriale serio che tenga di conto di un possibile rilancio economico e sociale a livello locale e nazionale». «Confidiamo nell’attività svolta fino a qui dalle Organizzazioni Sindacali della categoria, sia per il coordinamento tra i vari livelli politico-istituzionali, sia per il coordinamento sindacale all’interno della Raffineria stessa, esprimendo loro tutta la nostra vicinanza e disponibilità come forza politica».