passo carrabileCollesalvetti Il Comune è a conoscenza del fatto che ci sono sentenze della Corte di Cassazione che limitano la possibilità di tassazione? E’ quanto chiede Daniele Rossi, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, in un’interpellanza. Nello stesso documento, Rossi chiede anche «che venga data una risposta in forma scritta sulla possibilità, in fase di bilancio consultivo, di abrogare tale disposizione (sui passi carrabili, ndr) per reperire i limitati fondi prodotti dalla tassazione in altro modo da determinare con la collaborazione di tutti i gruppi consiliari». Infine, il documento pentastellato chiede che «sempre in forma scritta venga fornita una corretta ed esaustiva informazione, in forma cartacea o digitale, da parte dell’Amministrazione, verso la cittadinanza per evitare che i cittadini residenti a Collesalvetti si trovino a dover pagare cifre consistenti in un ridotto arco di tempo».

Rossi

Daniele Rossi (M5S)

Insomma, se da un lato il Movimento 5 Stelle chiede al PD di tornare sui suoi passi, valutando la possibilità di abrogare la tassa sui passi carrabili, dall’altro apre alla stessa maggioranza rendendosi disponibile a collaborare per trovare in altra maniera i fondi che avrebbero dovuto reperirsi (se sarà accolta la proposta di abrogazione) o si reperiranno (se il gioco sarà a carte invariate) dalla tassa sui passi carrabili.

 

Rossi, nella sua interpellanza, fa riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione numero 16733 del 2007 sui passi carrabili a raso. «Non sono soggetti a tassa o tariffa», riporta il consigliere nella sua interpellanza. «La Suprema Corte ha stabilito ancora una volta che il passo a raso, cioè senza taglio di marciapiede listoni delimitativi o altre opere “non determina un’occupazione visibile del suolo pubblico”, dato che “manca qualsiasi opera o manufatto realizzato su suolo pubblico” e che “non presenta interruzioni sul marciapiede o modifiche del piano stradale che permettano al proprietario dell’accesso una posizione ed un uso diverso del marciapiede da quello di cui può fruire tutta la collettività».

 

Nell’interpellanza si cita appunto anche l’art. 44 del decreto legislativo n° 507/1993 che definisce i passi carrabili «quei manufatti costituiti generalmente da listoni di pietra o altro materiale o da appositi intervalli lasciati nei marciapiedi o, comunque, da una modifica del piano stradale intesa a facilitare l’accesso dei veicoli alla proprietà privata». «Se non c’è alcuna di queste opere – prosegue il documento – la tassazione degli accessi a raso comporterebbe l’assoggettamento ad un onere tributario del diritto di accesso alla proprietà privata, che dal punto di vista giuridico è una follia».

 

«Ad un’ispezione visiva del nostro gruppo consiliare, in molte casistiche sul territorio comunale si presentano situazioni di totale assenza di marciapiede et similiaria», fa notare l’autore dell’interpellanza nello stesso documento presentato, citando la frazione più popolosa, Stagno. Morale della favola, secondo i pentastellati: si reperirebbero davvero pochi soldi, facendo peraltro pagare ai contribuenti «una doppia tassa nel giro di pochi mesi»;« quei fondi è meglio reperirli in altro modo; noi siamo disposti a collaborare in questo senso».