Collesalvetti E’ terminato poco fa il pranzo di festa del Partito Democratico, nell’area feste e fiere di Collesalvetti, presso il Palazzetto dello Sport. Una “festa doppia” per il PD; un modo per unirsi ai festeggiamenti nazionali celebrativi della scelta che gli italiani fecero il 2 e 3 giugno del 1946, appunto, e che sancì la nascita della Repubblica, ma anche l’occasione per festeggiare l’ottimo risultato ottenuto dal Pd alle elezioni comunali (65%), di cui proprio una settimana fa aveva luogo lo scrutinio.
Momenti di convivialità e festeggiamenti, dunque, ma anche l’occasione per ragionamenti squisitamente politici. Nel suo intervento, il neoeletto sindaco Bacci ha voluto sottolineare come «non è con la propaganda e la demagogia che si prendono i voti». Il riferimento, non esplicito, sembra essere al Movimento 5 Stelle – che comunque è la seconda forza politica colligiana – che poi Bacci cita nuovamente, ancorché implicitamente, quando fa riferimento alla «peste rossa» di Piombino. «Se là c’è la peste rossa – ha detto Bacci – qua che li abbiamo addirittura superati (65,15% di Collesalvetti contro il 59,65% di Piombino, ndr), cosa c’è?! La tubercolosi?! La lebbra?!». Infine, un riferimento alla politica livornese: «Si parla tanto di “liberare Livorno”. Livorno non ha bisogno di essere liberata, ma riconfermata nel suo essere di Sinistra. Chi pensa di vincere il ballottaggio sostenendo di voler liberare Livorno si sveglierà il giorno dopo all’opposizione. Il PD non è il male assoluto».

Quanto ha preso il Bacci alle scorse elezioni?? il 70… 5? 4? quindi un po’ ha perso…
Riguardo a Livorno vorrei precisare mettendo la risposta di Raspanti:
La risposta di Andrea Raspanti (spedita alle redazioni alle 17.53 di domenica 1° giugno) alla lettera di Marco Ruggeri
Marco,
non è mia intenzione partecipare in alcun modo alla campagna elettorale: ad oggi mi sento lontano tanto dal tuo partito quanto dal M5S. Prendi quindi questa mia risposta come un contributo all’intelligenza pubblica dello scenario politico che stiamo attraversando.
Trovo innanzitutto semplicistica e fuorviante la sovrapposizione immediata, proposta in questi giorni dal Pd, tra il piano politico nazionale e quello locale, e credo che un partito che rivendica una discendenza dal Pcidovrebbe prendere sul serio il compito di elaborare analisi e letture complesse della realtà. Analisi e letture che non dovrebbero essere strumentali alla vittoria elettorale ma a un più generale progetto di trasformazione della cultura e della società contemporanee. Detto questo, ti faccio notare che il partito che ha espresso la tua candidatura ha poco da guadagnare e molto da perdere da questo spostamento dell’attenzione collettiva sul piano nazionale. Dopo la breve parentesi della presidenza di Enrico Letta, in cui ha avuto Silvio Berlusconi come principale alleato, oggi il Pd condivide responsabilità di governo con il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, la cui gioventù è stata recentemente sorpresa a omaggiare la liturgia fascista col saluto romano. Dobbiamo concluderne che il Pd è un partito colluso col fascismo? Sinceramente non lo penso, e non l’ho pensato nemmeno quando alle primarie dell’8 dicembre avete ammesso a votare Er Pecora, che fascista è per sua ammissione.
Ma veniamo a Livorno. La situazione drammatica che la nostra città sta attraversando è responsabilità di chi l’ha governata. È talmente evidente che nemmeno tu hai potuto negarlo, scegliendo anzi la strategia del Punto-e-a-capo e additando Alessandro Cosimi come unico responsabile dello sfacelo. Tentativo goffo e anche un po’ sleale, considerato che negli ultimi 10 anni hai rivestito ruoli di primo piano nel Pd livornese (prima segretario, poi consigliere regionale). L’esito della tornata elettorale del 25 maggio è stato chiaro in proposito: i livornesi alla retorica del Punto-e-a-capo non ci hanno creduto. Hanno puntato l’indice contro tutto il Pd locale, e l’hanno fatto a ragione.
Adesso il tuo partito ha cambiato strategia. Ha visto che Renzi ha avuto buon gioco a impostare l’elezione europea (ah, io ho votato Tsipras) come un referendum antiGrillo e vuole seguirne l’esempio stimolando la pancia dei livornesi e delle livornesi e chiamandoli a raccolta contro la minaccia delle destre. Voglio essere chiaro: io credo che il M5S sia una realtà complessa e contraddittoria, e credo anche che sia molto limitata, ma non credo che sia una forza di destra, e mi ha fatto piacere leggere che è dello stesso avviso il professor Iacono, sulla cui collocazione a sinistra spero nessuno voglia avanzare dubbi. Credo altresì che il Pd livornese sia una forza conservatrice incompatibile col cambiamento di cui la nostra città ha bisogno urgente e prioritario. Lo penso perché ritengo che la difesa dei privilegi e delle rendite di posizione, i clientelismi, le logiche partitocratiche siano una cosa di destra anche quando sono portate avanti da un partito che si dichiara di centrosinistra. Da una situazione come quella livornese, prodotto di decenni in cui è mancato anche solo il rischio dell’alternanza, non si esce cambiando il sindaco ma cambiando tutto, e tu non sei nella condizione di farlo. Non è nella condizione di farlo il Pd, irretito nella trama di favori e interessi che ha tessuto negli anni perché ad essa deve in ultima istanza la sua relativa tenuta sul territorio. Non potrà sicuramente liberarsene in caso di vittoria perché, nel vuoto ideale che lo caratterizza e nell’assenza di una reale capacità politica e culturale di mobilitazione, sarà stato costretto a farvi appello per vincere. Potrà forse in caso di sconfitta.
Questo spiega le ragioni della scelta di Buongiorno Livorno di orientare il voto verso Filippo Nogarin, lasciando agli elettori la responsabilità di valutare la proposta politica del M5S livornese e fornendo un criterio per questa valutazione (presa di distanza sul piano dei valori e dei contenuti dalle destre). Sono sicuro che mi renderai atto che, nella mia posizione, non è stata la decisione più conveniente. Possono dire lo stesso coloro che hanno scelto la strada ufficiale dell’equidistanza o del non voto? Nessuno, all’indomani del 25 maggio, godeva in città del credito che avevo io. Avrei potuto scegliere soluzioni più pilatesche, ma il senso di responsabilità verso la città me l’ha impedito. Buon lavoro. – See more at: https://www.quilivorno.it/news/politica/ruggeri-a-raspanti-perche-votare-me-bl-pd-incompatibile-col-cambiamento/#sthash.u6ZOLj9A.dpuf
E concludo con un’analisi di Lenny Bottai:
“Analisi politica della situazione:
Si avvicina un ballottaggio storico per la città di Livorno.
Il PD dopo essere andato in tilt ed aver mostrato pubblicamente come sia da anni logorato dalle lotte intestinali interne delle correnti che lo compongono, con un colpo di coda fa una vera e mera manovra demagogica sulla destrorsa vena del M5S incitando i livornesi alla difesa di radici ideologiche che per anni ha voluto rimuovere e camuffare.
Gli gioca a favore l’ultima coglionata dell’ipercoglione di Grillo che stringe l’occhio a Farage, anche se con Nogarin c’entra quanto il cavolo a merenda con questi fatti. Poi se guardiamo al nazionale, dal PD non si ha che altrettanta destrorsa manovra.
Accolgono l’appello ipocrita tutti i ghiozzi di bua, oltre a qualche affiliato che ha paura di perdere qualche privilegio (questi vengono tutti drammaticamente fuori solo per chi non li conosceva a fondo!) e si celano con questa scusa dietro un invito all’astensione che è in pratica un consegnare la vittoria agli amici degli amici.
Gli interessi la fanno da padrone, Il clientelismo ha tentacoli infiniti (posti di lavoro, locali, piscine, palestre…).
Si aggiungono a questo quadro, anche se inconsciamente, tutti i “puristi” che benché si dicano animati da pulsioni e radici storiche ed oltranziste, è evidente della strategia politica hanno capito poco. Si ripassino la storia.
La strategia politica non si fa con le questioni da apporre, con le condizioni inutili come secondo me ha posto lo stesso BL che di per se non hanno significato e strategicamente annullano l’invito per tutti a “disarcionare l’imperatore, punto e basta!”.
Poi appare ovvio che, nel caso, l’opposizione cambierebbe solo bersaglio, ma sempre opposizione rimane.
Insomma…
Il sistema clientelare era dato per scontato, la gente quando ha paura di perdere anche la mezza pagnotta strozzata si attacca a quella.
Ma la strategia del vecchio motore del PD a mio avviso ha fatto ancora una volta scacco matto alla città.
Bravi!
(Quel che va detto va detto…).”
Certo accorpare festa di parte con festa nazionale è proprio da partito…democratico!