Animalisti, allevatori, appassionati e fissati. Veterinari, educatori e addestratori. Persone formate e persone che dicono di esserlo. Nell’ambito cinofilo tante sono le discussioni, tutti pensano di essere i soli detentori della verità ma non tutti sanno applicare ciò che predicano. Una delle situazioni più spinose riguarda gli accoppiamenti dei cani, che siano in allevamento o di privati, e i cani del canile. Dunque… Accoppiamenti casalinghi o allevamenti? Vorrei analizzare con voi questa questione con un pizzico di… ancora non so. Satira? Ironia? Cupa consapevolezza? “Gli allevamenti chiuderanno tutti i battenti!” recitano i titoloni dei giornali “Gli animalisti hanno vinto! Non si può più vendere un animale!” «Evviva, era l’ora! Questi cattivoni che lucrano sulla pelle di esseri viventi!» dice il popolo, gioendo. I cani di casa guarderanno i padroni con una faccia che sembra dire «Embè?! A me che cambia?», quelli negli allevamenti un po’ più preoccupati.
La signora Pina e la signora Gina, tutte felici, potranno finalmente dire «Oh, i nostri cagnolini sono molto meglio di quelli là! Che importa se Fufi ha problemi agli occhi e Laika ha una zampa cresciuta male? I loro cuccioli saranno figli dell’amore! Che importa se il suddetto Fufi ha staccato quasi un braccio al postino e Laika sopporta solo Fufi, la Pina e la Gina? Come potrebbe mai il carattere dei genitori influenzare quello dei cuccioli?» I grandi allevatori, di quelli che lucrano alle spalle degli animali allevando senza crismi e rispetto anche qualche decina di razza, si libereranno dei cani, facendoli trovare davanti ai canili o liberandosene in altra maniera.
Gli allevatori che li amano e li hanno sempre trattati come figli cercheranno persone fidate a cui lasciare i loro gioielli, i loro amici, perché non potendo più vendere cuccioli non possono più neanche vivere per i cani. Alcuni, in privato, cercheranno magari di fare qualche accoppiamento per mantenere la razza, ma senza poter avere un rimborso delle spese e del tempo impiegato saranno impiegate poche risorse, minando a selezioni decennali o centenarie della determinata razza.
Gli animalisti sopra hanno fatto chiudere gli allevamenti, ma che cosa farà la popolazione? Pensate che tutti quanti quelli che vogliono un cane si rivolgeranno ai canili (che ricordo essere stati ancora più riempiti di cani da pseudo allevatori)?
Che prenderanno non solo i cucciolini ma anche gli adulti e gli anziani? Ma assolutamente! Il cane di razza fa fighetto, se gratis poi non c’è neanche il problema di trovare i soldi per prenderlo, «perché di soldi per il cane non ne abbiamo». Oppure, ragionamento opposto, si prende un cane gratis ma facendo mille pretese per il pelo, il carattere, gli occhi («vorrei questo cane ma con gli occhi azzurri»; «guardi, mi spiace ma il beagle non ha gli occhi azzurri», etc…). Si pretende un cane da expo per farlo vivere in casa immerso di ammore e chissene frega se il povero tizio ha venduto un rene per fare una cucciolata, «tanto ne ha un altro».
Passano gli anni, i canili diventano sempre più pieni perché Fufi e Laika hanno fatto 10 figli, che ne hanno fatti altri a loro volta, ma nessuno vuole più cani aggressivi o meticci doc. L’artista in voga in quel momento presenta un cane bello, sano e equilibrato, trovato all’estero in un allevamento importante. Tutti vogliono quel cane ma nessuno può perché non esiste più una linea genetica, perché alcune razze autoctone sono scomparse, non più allevate, perché i pochi allevatori i loro cuccioli li danno a persone fidate, come fossero merci di contrabbando, cercando di mantenere la purezza della razza senza contaminazioni fufesche.
Le malattie imperversano, non ci sono più cani sani e equilibrati. Un pazzo legge testi vecchi riguardo le razze e propone: «Riapriamo gli allevamenti? Cerchiamo di avere di nuovo cani sani?»
Gli allevamenti sono dei presidi di salute e di benessere animale, un cane di allevamento è un cane cresciuto con determinati standard. Ma queste cose costano tempo e denaro: l’allevatore deve stare due mesi con la madre in gestazione e due mesi con i cuccioli, spendere soldi per vaccini, vermifughi e cibo e vivere lui stesso. L’allevatore si assicurerà per ogni cucciolo la famiglia giusta, ma ciò ha un costo.
La Pina e la Gina saranno mai in grado di assicurare queste cose? Potranno mai sapere esattamente cosa va fatto durante il parto per aiutare la madre e evitare la morte dei piccoli? Anzi, sapranno che con alcuni cani è necessario un intervento veterinario? E che i cuccioli non sono esserini tranquilli e pacioccosi ma piccoli panzer pronti a distruggere casa? Questi cuccioli saranno pure gratis, ma nessuno ha investito su di loro e l’esser stati carenti di cure esperte nei primi mesi di vita li renderà automaticamente un passo più vicino al canile. Insieme a tutti gli altri cani gratis figli di accoppiamenti a casaccio fatti da persone non competenti.
Per fortuna esistono figure qualificate, i tecnici di allevamento e gli educatori, che possono aiutare le persone che si sono ritrovate con la cagnina di casa incinta (perché nulla tratterrà mai due cani separati, se innamorati, neanche un cancello): i primi potranno aiutare nelle ultime fasi della gravidanza a preparare il posto giusto per il parto, essere di supporto nel lieto momento e anche successivamente durante i due mesi cruciali di vita (di cui parleremo la prossima volta); il secondo aiuterà il cucciolo dai due mesi in poi ad ambientarsi nel mondo umano per diventare un perfetto cane amico dell’uomo, e, perché no, anche un eroe della ricerca in superficie!!
Cosa è un tecnico di allevamento? Una figura professionale ancora poco conosciuta costituita da laureati in Tecniche di Allevamento del Cane di Razza ed Educazione Cinofila (TACREC) e in Tecniche di Allevamento Animale ed Educazione Cinofila. Essi hanno le capacità di seguire una gravidanza e tutte le fasi della crescita fisica e psicologica del cane, oltre che saper dare i giusti apporti energetici con l’alimentazione in base al singolo animale e alla sua attitudine, oltre che stato fisiologico (mantenimento, crescita, gravidanza o accrescimento).