Stagno – Una lunga e dettagliata mail. E’ quanto inviato a Collenews da parte di un cittadino di Stagno, Diego Rizzato, perché «molti sono gli interrogativi per chi volesse fare un consuntivo su come hanno funzionato il piano strutturale e le sue norme applicative per l’abitato di Stagno negli ultimi 5 anni». Rizzato, cogliendo appieno lo spirito del neonato quotidiano locale, vero e proprio strumento per i cittadini, ha dunque inviato una serie di considerazioni di carattere urbanistico, edilizio, ma anche relative al bosco, alle opere idrauliche, alla zona commerciale e al vecchio asilo. Per Rizzato, quanto all’edilizia privata, l’Amministrazione non dovrebbe prevedere lotti con 25/30 proprietari e praticare indici di cubatura «che scoraggerebbero qualsiasi imprenditore anche in tempi di “vacche grasse”». Quanto alle opere, Rizzato non è favorevole allo spostamento della zona artigianale all’Interporto «proprio ora che la rete viaria è completata». «Limiterei – scrive l’abitante di Stagno – lo spostamento a quelle poche aziende che hanno deturpato la valle dell’Ugione inquinandolo con il riporto di fanghi di discarica e addirittura occupandole con pile di contenitori. (roba veramente da vergogna e ai limiti di denuncia)». Quanto al bosco, per Rizzato «il polmone verde del paese va difeso, mentre oggi è lasciato all’incuria e al degrado». Dal punto di vista delle opere idrauliche, poi, per Rizzato «la frazione è sempre in sofferenza su questo punto», anche se «do atto all’Amministrazione di aver completato alcune opere di rilievo». «Un progetto “Cateratto” – per Rizzato – andrà pur pensato e condiviso con la cittadinanza». Da Rizzato, infine, un invito all’Amministrazione a promuovere iniziative volte alla creazione «di una sorta di condominio commerciale» a fronte di una realtà commerciale sparsa in qua e in là e la denuncia riguardo il vecchi asilo: «il manufatto sta cadendo a pezzi. Possibile non riutilizzarlo?!». Di seguito le considerazioni analitiche dell’abitante di Stagno. A seguire, nei prossimi giorni, la replica dell’Amministrazione Comunale.
Edilizia privata «Nessun comparto edilizio – scrive Rizzato – ha preso il via. Tutte le“schede” di comparto sono ferme con conseguenti mancati introiti da parte dell’Amministrazione di oneri di urbanizzazione, e dei benefici che i cittadini avrebbero avuto tramite le perequazioni previste. Se andiamo poi a verificare il perché di quest’ assoluto immobilismo, oltre che ad una crisi ormai perdurante, l’Amministrazione ci ha messo del suo andando a prevedere sulla frazione sia lotti con 25\30 proprietari e quindi di fatto già in partenza con evidenti problematiche, sia praticando indici di cubatura (da 0,18 a 0,20%) che scoraggerebbero qualsiasi imprenditore anche in tempi di “vacche grasse”. Di contro nelle frazioni limitrofe gli indici vanno da 0,30 a 0,80. Per farvi un esempio che mi è caro: la scheda 3 “ Villaggio Emilio” prevede come perequazione il rifacimento della piazza del Villaggio Emilio (opera ormai attesa da 10 anni). Così come è impostata la scheda (oltre 25
proprietari, bassi indici, ingenti opere collaterali da fare, come ad esempio 500 metri di strada) rendono inattuabile la scheda e di riflesso la piazza del Villaggio Emilio resterà così. Credo quindi che occorra mettere mano a tali situazioni, a volte grottesche, che nei fatti producono solo costi per tutti. Per i proprietari che pagano le tasse su terreni edificabili in maniera tripla rispetto alla normalità; per la comunità che non trova giovamento alcuno da tale situazione di stallo. Occorre essere chiari : quando si prevede un comparto edificabile occorre verificare quante probabilità tale comparto abbia di andare a costruzione e quindi a buon fine. Non ci vogliono scienziati per fare questo, solo un po’ di buon senso. Come già detto se prevediamo una scheda con 25 proprietari e uno 0,20 di indice di edificabilità è come prendersi in giro per conto proprio».
Ristrutturazioni «Sono profondamente favorevole – spiega Rizzato – al non consumo di suolo, ma altrettanto favorevole a ristrutturazioni, recuperi, sistemazioni. Il nostro Comune prevede tali fattispecie solo per il residenziale. Credo che tutto ciò che si può ristrutturare a civile abitazione, che non consumi suolo, e che non deturpi il paesaggio ,vada concesso. Molti regolamenti urbanistici lo consentono».
Opere Quanto alle opere, «credo che una riflessione vada fatta rispetto allo spostare la zona artigianale (dove ora c’è il consorzio RAT, per capirci) all’Interporto. Proprio ora che la rete viaria è completata non vedo perché spostare tali attività. Limiterei lo spostamento a quelle poche aziende che hanno deturpato la valle dell’Ugione inquinandolo con il riporto di fanghi di discarica e addirittura occupandole con pile di contenitori. (roba veramente da vergogna e ai limiti di denuncia). Quel tratto di valle dell’Ugione invece sarebbe tanto bello con vasche, pesci, piante, una sorta di piccolo parco.
Tutta la zona inoltre, attualmente in piano regolatore come “commerciale”, retrostante l’abitato di Stagno-Ponte Ugione, credo vada ripensata. Di supermercati ne abbiamo piene tasche. Naturalmente resta sempre l’attenzione sul possibile svincolo al Cimitero di Stagno che porterebbe tutto il traffico a
est del paese».
Bosco «Dopo il taglio di oltre 200 pini – prosegue Rizzato parlando stavolta del bosco – il polmone verde del paese va difeso. E’ oggi è lasciato all’incuria e al degrado. Sono state tolte le reti intorno all’area e naturalmente qualcuno ha già iniziato a scaricarci materiali e quant’altro. Penso che una politica di protezione di quest’area e di un suo utilizzo vada programmata».
Opere idrauliche Dal punto di vista delle opere idrauliche, poi, per Rizzato «la frazione è sempre in sofferenza su questo punto», anche se «do atto all’Amministrazione di aver completato alcune opere di rilievo». «Un progetto “Cateratto” però andrà pur pensato e condiviso con la cittadinanza».
Zona commerciale «Invito – scrive ancora Rizzato – i commercianti “sparsi” per la frazione che oggi sono in evidente crisi, a unirsi e concentrarsi nella zona centrale della frazione in una sorta di condominio commerciale dove insieme al supermercato principale formino un piccolo e variegato centro di riferimento, insieme anche a professionisti e artigiani. L’Amministrazione dovrebbe a mio avviso promuovere tali iniziative».
Il vecchio asilo «Il manufatto sta cadendo a pezzi. Possibile non riutilizzarlo?!»