Patrizia BarbiniGuasticce Patrizia, anzi… Maria. No! Rosolina. È una storia tragicomica quella di Patrizia (chiamamola così) Barbini. La donna, insergnante in pensione, conosciutissima a Guasticce, si è trovata, contro la sua volontà, a vivere una situazione che ha i tratti, per usare categorie operistiche, del dramma serio e dell’opera buffa al contempo. Se infatti Patrizia nel parlarne ci scherza su e la butta sul ridere, è pur anche vero che questa vicenda, che definire kafkiana non è affatto esagerato, le crea dei disagi di non poco conto.

 

Ci fa entrare in casa sua, Patrizia e ci mostra da subito i documenti: la vecchia tessera sanitaria, il libretto della pensione, i documenti dei concorsi pubblici. Su tutto sta scritto il nome “Patrizia Barbini”, ma ad un certo punto della sua vita emergono dal passato altri due nomi. Un vero e proprio fantasma del passato, dal quale scaturisce la sua odissea. «Lo scoprii per caso, forse votando o al momento di richiedere un certificato: Patrizia, Maria Rosolina. I nomi delle mie nonne, ma con un errore: una si chiamava Dosolina, con la “di”, dunque. Ricordo perfettamente l’atto di nascita, scritto a mano. Quella scrittura del passato così piena di “riccioli”… Facile scabiare una “di” per una “erre”, ma non è questo il punto».

 

Sin dalla nascita, dunque, Patrizia si porta dietro anche quegli altri due nomi, ma su tutti i documenti, tranne quello dell’atto di nascita, appunto, lei è sempre stata semplicemente Patrizia Barbini e il codice fiscale è sempre rimasto immutato. Tanto che “Maria” e “Rosolina” erano finite nel dimenticatoio. «Sono in crisi d’identità». «Scoperti tutti quei nomi, mi son detta: caspita, ora quando devo firmare i documenti ufficiali, bisogna che mi ricordi come mi chiamo», racconta ridendo. «Ho fatto delle figurette… Andai a testimoniare in tribunale, firmai il verbale e poi però ci ripensai. Avevo sbagliato; avevo firmato con un nome solo. Così lo richiesi indietro per correggerlo. Chissà cosa avranno pensato!». «Feci anche il giudice popolare nell’84, Gironzolando per il tribunale vidi “Ufficio dei nomi”. Pensai… caspita, questo è l’ufficio che fa per me. Non era ancora mai successo nulla fino ad allora, ma avevo come il presentimento che questa storia mi avrebbe potuto procurare delle noie». Insomma, tutti questi nomi, come in ogni gioco psicologico che si rispetti, riaffiorano dal passato, come uno spettro.

 

Ma la vita non è un gioco, bensì una cosa seria e soprattutto quando ci vanno di mezzo documenti ufficiali, tribunali e i soldi, c’è ben poco da scherzare. E questa storia, la parte meno scherzosa di questa vicenda, tratta appunto di soldi. E qui entra in gioco lo spettro, appunto, della burocrazia. «Avevo investito la mia liquidazione e ora avevo da ricevere quello stesso denaro, più gli interessi. Ma al momento di rientrare in possesso di quei soldi, un’impiegata postale mi spiega che non si può fare, proprio in virtù di quei nomi in più. Le ho fatto notare che data e luogo di nascita, primo nome e cognome sono rimasti invariati, così come, cosa più importante, è rimasto invariato il codice fiscale, la nostra vera identità per lo Stato. Ho chiesto dunque di allegare alla pratica vecchi e nuovi documenti, assieme ad un’autocertificazione nella quale avrei sostenuto che Patrizia Barbini e Patrizia Maria Rosolina Barbini sono la stessa persona, ma non c’è stato nulla da fare».

 

Come uscire dall’impasse? All’ex insegnante in pensione è stato chiesto di procurarsi un certificato di congruità anagrafica. Ma anche qui sorgono problemi. «Non avevo mai sentito nominare un documento simile. E come me l’impiegata del Comune di Collesalvetti, che mi dice di ritornare giorni dopo quando sarebbe stata presente anche un’altra funzionaria. Nell’attesa telefono al Comune di Lucca, mio luogo di nascita. Ed infatti a loro spettava compilare questo documento. Che alla fine mi viene consegnato, ma non conteneva quello che mi aspettavo. “L’ufficiale dello stato civile attesta che il 24 del mese di febbraio del 1949 è nata in Lucca Barbini Patrizia Maria Rosolina e che alla stessa data non figura nata nel Comune di Lucca alcuna persona con le generalità Barbini Patrizia oppure Barbini Patrizia Maria né Barbini Patrizia Rosolina Maria”. Io, ai fini di entrare nella disponibilità di quei fondi che avevo investito, volevo ci fosse scritto, oltre a questo, che fino ad un certo momento nei miei documenti sono figurati solamente un nome e un cognome e che quel nome e cognome, con o senza gli altri nomi e a fronte di un identico codice fiscale, si riferiscono alla stessa persona, la mia persona». Nonostante tutte le complicazioni, Patrizia non si lascia demoralizzare ed è determinata ad andare fino in fondo, costi pure dover andare a Roma, al ministero. Anche perché chi ha investito quei soldi è Patrizia e ora li rivuole indietro. Continueranno Maria e Rosolina ad impedirglielo?

 

Segui Collenews su Facebook, clicca “mi piace” qui

Seguici su Twitter, clicca qui