Collesalvetti – Irma Pavone Grotta. E’ questo il nome della protagonista di questa inedita mostra, promossa dall’Amministrazione Comunale di Collesalvetti in collaborazione con i Musei Civici di La Spezia, con l’Istituzione per i Servizi Culturali, con archivi, biblioteche, musei e teatri, Comune della Spezia e con il contributo della Fondazione Livorno. Frutto di una ricerca iconografica pluriennale, sarà ospite nel Comune di Collesalvetti dal 14 febbraio fino al 2 giugno e sarà visitabile tutti i martedì e i giovedì dalle ore 16.00-18.00.
La raffinata ed esclusiva personalità di Irma Pavone Grotta, pittrice, acquafortista, xilografa e illustratrice, allieva di Adolfo Tommasi e di Raoul Dal Molin Ferenzona, costituisce un ponte di eccezione tra la tradizione naturalistica ottocentesca e il simbolismo internazionale, come testimoniano da una parte il Ritratto di Giovanni Fattori (1925 ca.) e dall’altra l’effige di Baudelaire, polarità inconciliabili, ma non per Irma che seppe costantemente virare dagli apici del macabro e dell’esoterismo verso una sintattica semplificata votata a lapidari frammenti di un’universale quotidianità.
L’inaugurazione di venerdì 14 Febbraio presso la Pinacoteca Comunale «Carlo Servollini» è avvenuta alla presenza di Francesca Cagianelli, curatrice della mostra; Luciano Barsotti, Presidente della Fondazione Livorno, la quale ha finanziato in parte la mostra, e Sandra Minelli, dirigente dell’ufficio cultura. «Le 60 opere presenti, provengono tutte da collezioni private – spiega Francesca Cagianelli – e rappresentano il 70% della produzione di questa straordinaria ma inedita artista». Grazie a questa mostra Irma Pavone Grotta riacquista una sua consistenza, dato che né cenni biografici né una completa catalogazione sono reperibili se non grazie ad una lunga ed accurata ricerca da parte delle istituzioni.
La riscoperta di una personalità straordinariamente colta e raffinata quale quella di Irma Pavone Grotta, dedita anche al settore delle arti decorative, in particolare ceramiche, icone e tessuti, nel segno del movimento europeo dedito alla riscoperta dell’arte rustica, non solo conferma la validità del progetto colligiano dedito alla valorizzazione degli artisti rimossi dalla bibliografia critica, ma contribuisce ulteriormente a dilatare l’orizzonte di riferimento del Novecento Toscano nella temperie culturale e artistica dei due Servolini.
«La nostra filosofia – ha spiegato la Cangianelli – è quella di proporre artisti sconosciuti della propria storia, così che possano essere valorizzati arricchendoci di novità straordinarie». Il pubblico reclama già il catalogo che, insolitamente, verrà pubblicato mesi dopo l’inaugurazione. «Un espediente per attirare l’attenzione su una serie espositiva – spiega sempre la Cagianelli – che stimola e crea una seconda occasione promozionale molto forte e consente un periodo di acclimatazione». Dopo l’inaugurazione la stessa curatrice ha tenuto una visita guidata.