Guasticce «Le drammatiche, ma prevedibili, notizie che arrivano da Roma in queste ultime ore stanno a dimostrare che tutti i dipendenti del call center di Guasticce rischiano di rimanere senza lavoro e senza nessuna prospettiva per il futuro, andando ad aggravare ulteriormente una situazione altamente drammatica non solo nella nostra provincia, ma in tutto il Paese». Così, il circolo SEL “Vittorio Foa” di Collesalvetti.
«Il termine “lavoro” – questa la riflessione dei rappresentanti locali del partito di Vendola – appare sempre più ingombrante e dall’oggetto misterioso. Un termine del quale viene parlato in cronaca nera, dopo un incidente drammatico. Sempre più lavoratori perdono la vita sul posto di lavoro. Tanto più assurdo morire lavorando quando si lavora per vivere».
«Qualcuno però è sempre presente davanti ai cancelli dei posti di lavoro, prima di ogni elezione, finendo per dimenticare il significato nobile della parola “lavoro”, riducendola ad un orpello propagandistico. Essere precari o disoccupati porta con sé una disperazione assoluta, un’ansia ossessiva che si trasforma in disperazione ed in momenti di acrobazie per la sopravvivenza».
«Il lavoro precario fa vivere in una sorta di elemosina continua e disperata, entrando e uscendo dal mercato del lavoro, cancellando ogni diritto alla propria sicurezza, alla propria libertà, ma non deve mai prevalere la concezione di piegare la testa nei confronti di nessun potente o prepotente di turno».
«La difesa del lavoro va tutelata, oltre che come valore etico e sociale, come obiettivo primario della politica affinché si traduca in norme e comportamenti diversi perché può costruire, anzi deve costruire una bandiera comune che metta insieme tutte le componenti della vera Sinistra, accertato che la lotta alla precarietà e alla mancanza di lavoro è un dato universale, la lotta all’incertezza lavorativa è un terreno fondamentale per costruire una concreta alternativa».
«La lotta all’incertezza lavorativa è un terreno fondamentale per costruire una concreta alternativa. Si tratta quindi di trasformare questo concetto in una piattaforma politica comune, andando ad unire tutte le forza di opposizione in una grande mobilitazione nazionale, a difesa del mondo del lavoro, opponendoci al linguaggio del “Palazzo” dove si sta consumando la degradazione del lavoro in una forma di moderna schiavitù, spogliata di ogni diritto».
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