Stagno Carlo Santucci lascia il Partito Democratico. L’uomo, 38 anni, sposato e con 3 figlie, al vertice delle aziende di famiglia (30 dipendenti in tutto), ormai ex tessera n° 1 del PD colligiano e perciò con una lunga militanza nel partito della cui prima unione comunale è stato segretario, già consigliere comunale, ha dato le dimissioni mediante una lettera indirizzata al segretario di circolo di Stagno, Giovanni Biasci. Santucci parla di «decisione sofferta e lacerante», ma «irreversibile». Durissimo il suo affondo: «L’auspicata ventata di rinnovamento non ha fatto altro che portare alla ribalta politicanti, purtroppo anche di giovane età, privi di ideali e di umiltà, arrivisti, supponenti e fortemente impreparati, in linea con i modelli standard che la società moderna ci propone, da me sempre combattuti, ed in balia di vecchi giochi di potere che hanno di fatto distrutto la politica di questi anni».
Una «decisione sofferta e lacerante» «Ciao Giovanni, dopo un’ attenta e sofferta analisi – questo l’incipit della lettera – sono a comunicarti che non posso più far parte del Partito Democratico e di riflesso dei suoi organismi dirigenti a tutti i livelli. È’ per me una decisione sofferta e lacerante. Sono stato fondatore e primo segretario di questo partito a livello comunale, ho lavorato in modo assiduo dedicando molto del mio tempo, in un periodo delicato e difficoltoso della mia vita, togliendo tempo ai miei cari, per un nobile obiettivo, quello di poter ridare credibilità alla politica locale e nazionale, una speranza di miglioramento sociale e collettivo e per un futuro migliore alle nuove generazioni. Ho trovato nel Partito Democratico un idea fresca ed innovatrice, fin da subito, attenta ai bisogno dei deboli e vicina alle istanze del lavoro. Ne condivido il manifesto dei valori e i sani principi fondatrici, ho sognato questo partito fra e per la gente, nelle strade e nei luoghi di aggregazione».
Il durissimo affondo «Purtroppo devo prendere atto che ad oggi il PD ha preso un’altra strada ed èstato sopraffatto dai mali peggiori sia a livello locale che a livello nazionale. L’auspicata ventata di rinnovamento non ha fatto altro che portare alla ribalta politicanti, purtroppo anche di giovane età, privi di ideali e di umiltà, arrivisti, supponenti e fortemente impreparati, in linea con i modelli standard che la società moderna ci propone, da me sempre combattuti, ed in balia di vecchi giochi di potere che hanno di fatto distrutto la politica di questi anni».
«Rivendicazioni personalistiche hanno alimentato rancori» «Anche lo strumento delle primarie, interessante novità introdotta nel PD, strumento che doveva portare un confronto costruttivo fra i candidati nel quadro dei regolamenti, del manifesto dei valori, dell’etica e della morale, è diventato strumento di rivendicazioni personalistiche che hanno alimentato rancori e spiacevoli situazioni con strascichi irrecuperabili nei rapporti fra le persone. Ripeto che é una scelta per certi versi personalmente drammatica, pensando ad un movimento politico che apriva le porte al nuovo, ma che di fatto ha perso le migliori risorse che aveva al proprio interno».
Ma anche un’esperienza positiva «Nella mia esperienza ho avuto la fortuna di conoscere persone preparate e positive, che potevano dare (e hanno dato) molto al partito ed alla comunità, ma che purtroppo in questi anni si sono disperse, sacrificate nel gioco fortemente correntizio di cui si è malato questo partito. La mia decisione è un atto doveroso, coerente e sincero verso me stesso ma sopratutto verso gli altri, verso gli iscritti ed attivisti impegnati, e meno male sono molti, per i quali nutro profondo rispetto ed ammirazione, identificando in alcuni di loro veri insegnanti di vita».
Una scelta irrevocabile Quella di Santucci è una «scelta irrevocabile in quanto profondamente sofferta, ma coerente con la mia personalità ed integrità morale. Non vedo e non avverto nei segretari politici a tutti i livelli una mia vicinanza politica e denoto un appiattimento sulle scelte dirompenti e pesanti che questo governo non politico, di forte connotazione centrista, in balia dei poteri forti di questo paese, maledettamente malato, sta prendendo».
L’auspicio di un futuro diverso «Mi auguro un futuro diverso, non per me che saprò come vivere, ma per i miei figli, sperando che non siano costretti ad abbandonare questo splendido, solare e bellissimo paese chiamato Italia. Ti ringrazio e ti prego di comunicare la mia decisione agli organismi superiori. Un caro saluto, con stima ed affetto, Carlo Santucci».