Collesalvetti  Si inaugura giovedì 5 maggio 2022, alle 17:00, alla Pinacoteca Comunale “Carlo Servolini” (Collesalvetti, Via Umberto I°, n. 63), il Calendario Culturale Primavera/Estate 2022, L’universo in una foglia: proclami e poetiche del Novecento toscano oltre lo Stile, promosso dal Comune di Collesalvetti, ideato e curato da Francesca Cagianelli, in occasione della mostraAlberto Caligiani: l’anima caravaggesca del Gruppo Novecentesco Toscano”, promossa dal Comune di Collesalvetti, ideata e curata da Francesca Cagianelli, in collaborazione con gli eredi dell’artista: Marco, Stefano e Paolo Moschi, Carla Pii e Lucia Caligiani (Ingresso gratuito, fino al 14 luglio 2022, tutti i giovedì, ore 15:30-18:30 e su prenotazione per piccoli gruppi: 0586.980251/252 e 3926025703).

Programmaticamente intitolato al motto celeberrimo di Ottone Rosai, tra selvaggismo e misticismo, “Raggiungere il sogno sarà arrivare a dipingere l’universo in una foglia” (Ottone Rosai, L’essenziale, in “Il Frontespizio”, aprile 1937, pp. 287-288), il Calendario Primavera /Estate 2022 punta a focalizzare l’attenzione su nuove geografie toscane, laddove la centralità del dimenticato Caligiani si ricompone sotto i riflettori di una compagine artistica variegata quanto vastissima, posizionata tra l’internazionalità di Libero Andreotti e lo strapaese rosaiano, passando per la Pistoia più spiritualista, coordinata da Giovanni Costetti.

Sarà Francesco Bosetti, professore ordinario di Diritto Privato presso l’Accademia Navale di Livorno e Visiting Professor presso la Scuola Superiore “S. Anna” di Pisa, perito d’arte presso la Camera della Maremma e del Tirreno, a inaugurare la prestigiosa rassegna colligiana con la conferenza dal titolo “Felice Carena – Dyalma Stultus – Augusto Zoboli: sguardi intorno a Alberto Caligiani” (5 maggio 2022, ore 17.00), proponendo un suggestivo quanto pionieristico affondo su una triade mai come oggi emblematica di un Novecento toscano germogliato lungo una trama di geografie incrociate: in questo caso il piemontese Felice Carena, nominato nel 1924 docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze, quindi il triestino Dyalma Stultus , trasferitosi a Firenze dapprima nel 1927, e quindi definitivamente, a partire dal 1941, di cui sono recentemente riemerse preziose testimonianze epistolari con Alberto Caligiani, oltre che alcuni esponenti del Novecento toscano quali Felice Carena, Gianni Vagnetti, Alberto Caligiani, Baccio Maria Bacci, Franco Dani, Ennio Pozzi e Primo Conti, e ancora Ettore Cozzani, direttore de “L’Eroica”; infine l’emiliano Augusto Zoboli (Modena, 1894 – Formigine, Modena, 1991), diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Modena, ma residente a Firenze, dove nel 1933 parteciperà alla Intersindacale.

Giovedì 19 maggio 2022, ore 17:00, Claudia Massi, responsabile scientifico della Gipsoteca Libero Andreotti di Pescia, curerà la 2^ Puntata del Calendario, la conferenza dal titolo “I monumenti ai caduti di Libero Andreotti: dalla Madre Italiana nella chiesa di Santa Croce a Firenze al gruppo della Vittoria per Sant’Ambrogio a Milano“. Per l’interiorità e la spiritualità di Libero Andreotti è difficile accettare che l’elemento figurativo sia ridotto a pura illustrazione di un evento bellico o di un avvenimento drammatico, come spesso richiede la committenza dei monumenti ai caduti. Per questo motivo l’artista ha dovuto lottare in quel periodo con certe prescrizioni suggerite dalle commissioni promotrici e talvolta anche con le idee degli architetti con cui si trovava a collaborare. Se si prende in considerazione la vicenda temporale di Andreotti, scultore di monumenti ai caduti, tali posizioni vengono ben in luce. La sua opera, in questo caso, è per forza legata ai problemi dei materiali, dell’architettura e del paesaggio, quale elemento di ambientazione. Tuttavia nei primi monumenti non c’è un rapporto diretto con gli architetti ed è lo stesso Andreotti che sceglie autonomamente. Per i progetti più impegnativi, come quelli di Bolzano e di Milano, il ruolo degli architetti assume invece un’importanza determinante come viene ben evidenziato attraverso l’analisi del carteggio tra lo scultore, Marcello Piacentini, Giovanni Muzio e Gio Ponti.

Autore della 3^ Puntata, in programma giovedì 18 giugno 2022, ore 17.00, sarà Libero Andreotti, professore emerito di Architettura, Georgia Institute of Technology, con la conferenza dal titolo “L’estetico e il politico: Libero Andreotti e Alberto Caligiani a San Pellegrino al Cassero. Il contributo presenta una riflessione sui presupposti storici dell’approccio di Libero Andreotti alla scultura e dei rapporti di quest’ultima con altre forme espressive, artistiche e letterarie, fra le quali l’architettura. Sullo sfondo del legame tra il percorso dello scultore e il vasto movimento culturale dell’estetismo, a cui la produzione andreottiana si ispira in vari modi, questo intervento mette in luce il carattere a un tempo artistico e politico di attività spesso considerate marginali nell’opera di Andreotti, dalla creazione di mobili, oggetti e prototipi di design, alla progettazione di ambienti domestici privati. Fra queste ultime, un’attenzione particolare merita la costruzione, nel 1930, di un ‘eremo’ di famiglia a San Pellegrino al Cassero nella campagna pistoiese. Frutto dell’amicizia fra Libero Andreotti e Alberto Caligiani e della loro comune ricerca di ispirazione nelle tradizioni popolari di una regione ancora oggi fra le più incontaminate della Toscana, il progetto evidenzia il profondo conflitto al cuore dell’estetismo fra arte e vita, pubblico e privato, che caratterizza non solo l’opera dello scultore, ma gran parte della cultura artistica del periodo.

Conclude il Calendario colligiano Annamaria Iacuzzi, Conservatrice per le Collezioni del Novecento, Pistoia Musei, con una comunicazione dal titolo “Un dimenticato del Novecento Italiano. Di alcuni ritratti e un archivio: tracce di Alberto Caligiani a Pistoia, prevista giovedì 30 giugno 2022, ore 17:00. L’intervento si pone nella prospettiva di ripercorrere alcune tappe della biografia di Alberto Caligiani attraverso tracce ancora presenti nel territorio pistoiese. Tra le più significative emergono sicuramente quelle conservate presso le Collezioni del Novecento-Pistoia Musei a Palazzo de’ Rossi. Si tratta, per lo più, di opere d’arte e fondi documentari acquisiti da Fondazione Caript: il Fondo Alberto Caligiani-Archivio Galleria Valiani, il ritratto eseguito da Marino Marini nel 1929 alcune nature morte, ritratti e autoritratti. Pistoia fu per Caligiani un luogo felice: nato a Grosseto, nella prima infanzia si trasferì a Bussotto, paese alle prime pendici della campagna cittadina. La sua esistenza è segnata da drammatiche malattie e miracolose guarigioni, da viaggi e da relazioni importanti che, in qualche modo, lo riportano spesso a gravitare nel pistoiese. Nella prima stagione artistica, da alcuni definita d’avanguardia, che si chiude con l’arruolamento, è presenza assidua al fianco del pittore futurista Mario Nannini e di Giovanni Michelucci con il quale condivide la passione per la xilografia, appresa da Lorenzo Viani. Sarà Caligiani a iniziare alla tecnica xilografica Giulio Innocenti e Achille Lega. Tale momento culmina con la partecipazione con alcuni disegni alla Prima Mostra di Bianco e Nero a Pistoia nel 1913 e con l’inclusione delle sue Visioni di Montagnana nel fascicolo della rivista “L’Eroica” del 1915 dedicato alla giovane e innovativa xilografia italiana. Sotto i riflettori della Conservatrice Annamaria Iacuzzi alcune fondamentali sequenze biografiche: a causa di una invalidità ai polmoni, contratta sul Carso, nel 1921 è costretto a rientrare da un viaggio in America. La guarigione, che avviene sulla montagna pistoiese, lo ricondurrà contatto con l’ambiente culturale cittadino e con gli artisti della scuola pittorica attiva tra le due guerre. E’ al loro fianco che dipinge poetiche vedute agresti; mentre con Marino Marini frequenta l’ambiente del Novecento Toscano e della rivista “Solaria”.

In occasione del Finissage, giovedì 14 luglio, ore 17.00, la Pinacoteca Comunale “Carlo Servolini” prevede un affondo sul Caligiani letterato, dedicando l’evento alla proiezione di un audio finora mai presentato al pubblico, cortesemente messo a disposizione dagli eredi, relativo alle poesie dell’artista, da lui stesso recitate, precedute da un’introduzione di Giovanni Moschi.

 

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