“Tali attività produttive – prosegue la nota regionale – sono distribuite in diversi settori: oltre a quelle già oggi considerate essenziali (carta, farmaceutica, alimentare) vi sono quelle dei settori della moda, dell’oreficeria, della produzione di macchinari, impianti e mezzi di trasporto (yacht e navi compresi), del marmo fino alla ceramica“.
«L’export della Toscana – scrive Rossi – è stato alla base della capacità di reazione alle ultime crisi economiche e i nostri principali indicatori macroeconomici hanno finora fatto registrare una sostanziale tenuta è grazie al contributo trainante offerto dai settori produttivi toscani vocati all’esportazione internazionale».
“Il problema – si legge ancora nella nota regionale – è che all’estero, nei paesi che sono i principali competitori, si continua a lavorare: il rischio è quello di perdere elevate quote di mercato che, se i provvedimenti di chiusura dovessero protrarsi, potrebbero non essere mai più recuperate. Da qui la richiesta di riaprire“, puntualizza la nota della Regione. «Prevedendo però – dice Rossi – procedure di sicurezza restrittive, messe a punto con un confronto con le forze sociali e previste in un’ordinanza appena firmata».
“Rossi – conclude la nota regionale – ricorda nella lettera anche l’importanza che potrebbe avere per tutto questo comparto la riorganizzazione dei turni di lavoro, riducendo della metà le presenze negli stabilimenti ed uffici ma anche sui mezzi pubblici. Quindi conclude rammentando la distribuzione già effettuata, a tutta la popolazione toscana, di mascherine chirurgiche e l’estensione dei test sierologici, in modo volontario, ai lavoratori. Test che molti imprenditori si sono dichiarati disponibili ad effettuare loro stessi nell’ambito degli studi epidemiologici regionali e nazionali”.
Segui Collenews su Facebook, clicca “mi piace” qui
Seguici su Twitter, clicca qui
Segui le notizie su Instagram, clicca qui