La delibera recepisce un’intesa della Conferenza Stato-Regioni del 17 gennaio 2017, ma in Regione hanno ritenuto opportuno dotarsi di uno specifico strumento di programmazione per l’immissione nell’offerta di nuovi test genetici sia da parte delle strutture pubbliche che private. Così viene introdotta una funzione di Genetic Stewardship a livello regionale e aziendale. In base alla delibera, un panel multidisciplinare regionale di esperti, composto da genetisti, epidemiologi, oncologi, specialisti nell’ambito delle malattie rare, ginecologi, referenti dei programmi di screening, esperti di valutazione di tecnologie sanitarie e bioeticisti, contribuirà alla pianificazione delle risposte diagnostiche genetiche e alla definizione dei criteri di riferimento per l’aggiornamento della rete di diagnostica genetica regionale e valuterà i nuovi test proposti, a partire dalla valutazione di compatibilità per la realizzazione di nuove strutture di diagnostica genetica. In ogni azienda sanitaria dovrà essere individuato un Genetic Stewardship team aziendale, per supportare l’appropriatezza nell’utilizzo dei test genetici, selezionando il giusto percorso diagnostico per il giusto paziente.
A livello internazionale si è affermata una crescente consapevolezza della necessità di definire regole per garantire che queste risposte siano pianificate in modo da affrontare adeguatamente i problemi sociali e di sicurezza ad esse correlati. In particolare i risultati di un test genetico predittivo possono consentire di individuare soggetti a rischio per determinate condizioni patologiche, senza che sia sempre possibile modificare la probabilità di sviluppare la malattia. Per questo motivo possono avere un impatto considerevole sulla vita di un paziente e della sua famiglia. L’utilizzo improprio di questi test potrebbe avere ripercussioni di tipo psicologico e discriminativo in ambito sociale e lavorativo.
Ad oggi la traduzione dei progressi della genomica è ancora limitata dalla carenza di raccolta e diffusione di evidenze scientifiche. Tutto ciò pone l’attenzione sulla funzione di governo dei consumi nella loro interezza da parte del Servizio Sanitario Nazionale, non solo cioè quello di prestazioni erogate da servizi pubblici o privati convenzionati ma anche di quelle offerte da strutture private e autofinanziati direttamente dal cittadino o tramite le assicurazioni, e sottolinea la necessità di una visione di welfare globale per la tutela della salute, quale diritto fondamentale sancito dalla Costituzione come parte integrante della mission del Servizio Sanitario Nazionale perché ugualmente rilevanti per la tutela della salute.
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