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ECCEDENZE ALIMENTARI E SPRECHI: 6,5 FAMIGLIE SU 100 DICHIARANO DI NON AVERE SOLDI PER COMPRARE IL CIBO

Collesalvetti Un protocollo d’intesa per favorire e valorizzare la donazione delle eccedenze alimentari e contemporaneamente ridurre la quantità di rifiuti. È quanto siglato in Regione nell’ambito dell’evento che si è tenuto in Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, dal titolo “Se lo spreco zero è un’utopia ridurre le eccedenze e aumentare le donazioni è un obiettivo possibile“.

Prima della firma del protocollo è stato illustrato il Progetto Life-Food.Waste.StandUp (progetto di filiera, co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma per l’ambiente e l’azione per il clima Life 2014-2020), coordinato da Federalimentare (capofila), in partenariato con Federdistribuzione, Fondazione Banco Alimentare Onlus e Unione Nazionale Consumatori e finalizzato ad aumentare la sensibilizzazione sociale sul tema della lotta allo spreco e sull’incremento delle donazioni alle persone in stato di bisogno.

A siglare il protocollo sono stati, per la Regione, gli assessori alle attività produttive, al credito, al turismo e al commercio Stefano Ciuoffo e la collega al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi. E ancora: Sandro Fallani in rappresentanza di Anci Toscana e i rappresentanti di Federalimentare (Massimiliano Boccardelli); Federdistribuzione (Claudio Gradara); Fondazione Banco Alimentare onlus (Leonardo Carrai); Unione Nazionale Consumatori (Concettina Graziadio), riunite nel Consorzio Life-Food.Waste.StandUp. All’inizio dell’incontro, l’assessore all’ambiente Federica Fratoni ha rivolto un saluto ai partecipanti.

«Tutti i soggetti coinvolti in questa iniziativa, che peraltro prosegue e rafforza quelle già in atto da vari anni – chiarisce l‘assessore Stefano Ciuoffo – sono chiamati ad agire, nell’ambito delle rispettive competenze, per creare un circolo virtuoso che consente di soddisfare anzitutto un bisogno primario di tante famiglie in difficoltà. E successivamente di incidere in modo positivo sugli sprechi alimentari, sul riciclo dei materiali e su un complessivo, e potenzialmente importante, beneficio sociale collettivo. Fare squadra e agire in modo coordinato in ogni fase della catena permetterà di ottimizzare gli sforzi».

L’assessore regionale Federica Fratoni

«Quello delle perdite e degli sprechi alimentari – ha detto l’assessore Federica Fratoni nel suo saluto iniziale – é un problema che interessa l’intera filiera: dalla produzione al consumo, e che genera impatti ambientali ed economici negativi, sollevando anche questioni di carattere sociale. Non solo: lo spreco alimentare ha serie ripercussioni anche sui cambiamenti climatici, basti pensare alla dispersione delle risorse idriche ed energetiche. Si tratta di una sfida di responsabilità che ci coinvolge tutti: soggetti pubblici, privati e singoli cittadini, e che inizia dalle buone pratiche quotidiane. Progetti come il Like Food Waste StandUp sono importanti per promuovere la conoscenza e sensibilizzare verso la lotta allo spreco e il contrasto alla povertà sociale, anche attraverso interventi di recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari».

Lo spreco alimentare e la difficoltà ad acquistare cibo In Italia, secondo i dati del Politecnico di Milano, ogni anno vengono prodotte circa 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari; di queste, solo l’8,6% è recuperato attraverso donazioni alle persone bisognose, mentre il resto diventa spreco: 12,6 miliardi di euro. Tra il 2012 e il 2015 l’Italia ha intrapreso un percorso virtuoso, complessivamente lo spreco è diminuito del -7,9% e le donazioni sono aumentate del +6,4%, ma molto può essere ancora fatto.

In Toscana, secondo elaborazioni di Federdistribuzione, si stima che lo spreco alimentare sia pari a circa 388.000 tonnellate, per il 45% attribuite alle famiglie e la restante parte agli operatori economici, con l’agricoltura responsabile per il 34%, il 14% a carico della distribuzione, il 5% da attribuire alla ristorazione e il 2% all’industria.

In Italia il dato più recente sulla spesa per consumi alimentari delle famiglie (Istat 2016) segnala una criticità diffusa: 6,5 famiglie su 100 dichiarano di non avere soldi in alcuni periodi dell’anno per l’acquisto del cibo. Il dato non è disponibile per la Toscana, ma si ferma al livello della ripartizione territoriale del Centro Italia, dove le famiglie in difficoltà per la spesa alimentare scendono al 5%, sotto la media nazionale. Questo dato, tuttavia, risulta in calo progressivo dopo il picco registrato nel pieno della crisi economica, quando il 9% delle famiglie in Italia e il 7,5% delle famiglie del Centro Italia si trovavano in condizione di non poter coprire la spesa per consumi alimentari per tutto l’arco dell’anno. Il livello attuale dell’indicatore per il Centro Italia è tornato ai valori del 2007.

LIFE-Food.Waste.StandUp, il primo progetto di filiera contro lo spreco alimentare in favore delle donazioni Il progetto, co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma per l’ambiente e l’azione per il clima LIFE 2014-2020, è incentrato sul tema della prevenzione e riduzione dello spreco alimentare e del recupero delle eccedenze, con l’obiettivo di sensibilizzare l’intera filiera, con attività di comunicazione e di informazione su tutto il territorio nazionale, e anche in ambito europeo. È finalizzato alla lotta allo spreco e all’aumento delle donazioni alimentari a enti caritativi e persone bisognose. Il progetto, coordinato da Federalimentare, in partenariato con Federdistribuzione, Fondazione Banco Alimentare onlus e Unione Nazionale Consumatori, è partito il 7 luglio 2016 e si concluderà il 30 giugno 2019.

Il protocollo siglato dalla Regione Con la firma del protocollo, i soggetti firmatari si impegnano a: promuovere forme di sostegno a persone indigenti, attraverso il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari (prodotti non più commercializzabili, ma ancora commestibili) ad enti assistenziali e caritativi; promuovere la riduzione in proporzione dei quantitativi di rifiuti prodotti e, di conseguenza, i relativi costi economici, sociali ed ambientali di smaltimento degli stessi; proporre, in relazione al punto precedente, meccanismi premiali (tra cui la riduzione della tariffa comunale sui rifiuti) a favore degli operatori economici che donano le proprie eccedenze, anziché destinarle a rifiuto; diffondere la cultura dell’importanza di ridurre lo spreco alimentare; comunicare e divulgare i risultati e le best practices che ne deriveranno.

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