QUALI I I RISCHI? I rischi sono tanti di un simile andazzo. Anzitutto che quei pochi che si sono impegnati in questo ruolo si logorino completamente, finiscano di seccarsi per mollare definitivamente. Per non parlare del rischio che il nuovo progetto “Le tue idee per Collesalvetti” finisca per scavalcare completamente i CDF. Certo: anche al Forum di Vicarello di giovedì scorso è stato ribadito che i due strumenti devono non essere in inimicizia fra loro, ma il rischio che “Le tue idee per Collesalvetti” scalzi i CDF se questi non trovano (lo so: dirlo è semplice, molto meno facile a farsi) nuovi stimoli e nuove energie è reale e grande. Quando invece, come è stato sottolineato, ma com’è ovvio, dovrebbero essere due strumenti che si interfacciano in una logica collaborativa e funzionano entrambi.
QUALI LE TERAPIE? Domanda di riserva?! Il fenomeno è complesso, come la sua stessa diagnosi. Ci sono vari fattori che si intrecciano: la crisi economica (ognuno pensa a portare il pane a casa propria – se ci riesce – e basta), la natura del territorio (di periferia, senza particolari attrattive) ed i fattori sociologici (il sempre maggiore disinteressamento della gente nei confronti di tutto; la logica per cui “se il problema o la questione non rientra nel perimetro del mio giardino non me ne occupo”, il conseguente venir meno del “senso di comunità“). Forse si deve ripartire proprio da qui: dal sentirsi comunità. Un processo difficile ed endogeno, probabilmente molto lungo, ma dal quale solo si possono ritrovare nuovo slancio, nuovo entusiasmo, nuove idee, nuova volontà di mettersi in gioco.