E proprio Micieli è stato il primo ad avviare la riscoperta di Bellonzi in ambito pisano, con una monografia che nel 2000 ne ricostruiva filologicamente il ruolo di versatile artista-critico d’arte, letterato e pubblicista per il quotidiano “Il Tempo”, fino al decollo romano, quando giunse a rivestire dal 1951 al 1986 il ruolo di segretario della Quadriennale d’Arte.
Dalla tesi su Marinetti, discussa a Pisa nel 1929, fino alla partecipazione, insieme con Antonio Marasco e Lorenzo Viani, alle mostre futuriste organizzate da Krimer a Firenze, Lucca e Pisa, si snoda l’autorevole percorso futurista di Bellonzi, nominato capogruppo dei Nuovi Gruppi Futuristi Indipendenti e insignito nel 1933 dell’incorporamento col casco di alluminio di poeta record. L’omaggio che si è deciso di dedicare a Bellonzi presso la Pinacoteca Comunale Servolini ha dunque l’obiettivo di ritessere le infinite relazioni ancora sottese nell’ambito della rigogliosa e intricata rete del Futurismo in Toscana.
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