«Il voto di domenica scorsa – così Banti – ci consegna una situazione politica radicalmente diversa rispetto al passato. Si è consolidato un cambiamento che era iniziato 5 anni fa con l‘esplosione del Movimento Cinque Stelle e che si consolida con la loro vittoria e quella della Lega a queste ultime elezioni. La somma di M5S, Lega e Fratelli D’Italia conta il 54,5% delle preferenze, dato che sale ancora se si considerano anche micro partiti di estrema Destra o Sinistra che sono dichiaratamente Anti-Euro e Anti-UE. Le forze riconducibili al vecchio schema PPE–PSE sono invece uscite con le ossa rotte e questo vale sia per Forza Italia, ma anche per il Partito Democratico e Liberi e Uguali».
«Questo è dunque un potentissimo voto anti-UE nel suo complesso e nel risvolto italiano un voto anti-Nazareno e, in misura minore ma non troppo, anti-personalismi. Guarda caso i partiti che hanno perso sono proprio quelli che hanno blindato o annullato il confronto interno e la partecipazione e che ormai sono ridotti all’essere solo dei comitati elettorali o poco più. Non si contano invece le iniziative di Lega, Fratelli D’Italia e Movimento Cinque Stelle che nel bene o nel male riescono ad avere un contatto con i cittadini e ad averne il polso».
«Si tratta dunque di una lezione di umiltà. Bisogna tornare a comprendere che la partecipazione della gente non è importante, è fondamentale. Così come bisogna sempre tenere a mente che se si ha l’onore e l’onere di governare, lo si fa per i cittadini, con i quali è giusto e opportuno avere un rapporto costante. Un partito dovrebbe servire esattamente questo, essere l’anello di collegamento e di incontro tra un Amministrazione che si rispetti e la sua base elettorale, mentre a livello istituzionale, la stessa Amministrazione dovrebbe avvalersi degli strumenti possibili, nel caso di Collesalvetti i Consigli di Frazione, per un confronto costante con tutti i cittadini».
«Non è del tutto scontato fare un collegamento tra i sorprendenti risultati visti a Collesalvetti e il giudizio dei cittadini sull’attuale Giunta, certo è però che il segnale va chiaramente nella direzione di una sonora bocciatura. Del resto proprio il tema della partecipazione è un punto su cui il PD ha fatto malissimo in questi anni, svegliandosi tardi e per l’appunto in procinto delle elezioni. Ma è del tutto evidente che non basta più tentare di recuperare all’ultimo, la gente chiede un cambio di approccio definitivo».
«Con Direzione Italia avevamo proprio iniziato un percorso nuovo, partecipato e aperto, percorso poi affondato dal suo protagonista principale, Raffaele Fitto, che ha preferito all’ultimo un’inutile, scialba, stantia manovra di vecchissimo stampo: sto parlando infatti della famosa “Quarta Gamba” del Centrodestra alias “Noi Con l’Italia” che è la lista che subisce la batosta più forte in assoluto di queste elezioni. Un lista composta da personaggi come Lupi, Romano ed altri che erano stati in maggioranza con Renzi e Alfano fino all’altro ieri e che si sono riuniti sotto un simbolo ormai completamente rigettato dall’elettorato, quello dello scudo crociato, che non trascina più. Naturalmente vale sempre il rispetto per il filone culturale Cristiano-Democratico che ha plasmato anche in positivo questo Paese, ma i protagonisti diretti o indiretti di quella stagione non rappresentano più un’Italia ormai cambiata. Non basta prendere lo scudo e metterselo addosso, pensando di essere i rappresentanti dell’ala “moderata” della coalizione e di bilanciare così gli amici sovranisti, dandone in qualche modo un accezione negativa a prescindere. Questo tipo di manovre sono state bocciate, forse ancor più pesantemente delle larghe intese, dagli elettori (vedere anche Civica Popolare, Italia Europa Insieme, +Europa, ecc…) che ormai hanno capito l’antifona e non si fanno più prendere in giro da liste vuote e senza idee che servono solo a riciclare i falliti di turno».
«L’esperienza di Direzione Italia, per quanto sia stata breve, merita comunque di essere salvata poiché si trattava davvero di un grande progetto serio e innovativo: infatti a tutti i livelli e con i tanti amici, anche di un certo calibro, che hanno lasciato Fitto e soci al loro destino, stiamo cercando di avviare una semina politico-culturale per rinnovare completamente il Centrodestra. Sono già partite iniziative di livello nazionale come la rivista online “Atlantico” e la sezione italiana della fondazione “New Direction“, ma serve qualcosa anche a livello locale».
«Per questo lancio un appello a tutti gli elettori del Centrodestra colligiano: l’idea è quella di costituire un’Associazione Politico-Culturale che promuova la partecipazione alla vita politica locale e che permetta un confronto e una discussione costante su cosa deve essere il Centrodestra a Colle, a quali temi dare priorità, come strutturarsi, come trovare le persone giuste per fare da locomotiva alla possibile vittoria delle Amministrative del prossimo anno. Perché se i Cinque Stelle sono arrivati primi e il PD resta comunque secondo, la distanza della coalizione di Centrodestra dai primi due è assai ridotta e questo Comune è quindi contendibile come tutti gli altri».
«L’alternativa al non impegnarsi – conclude Banti – è quella di lasciare Collesalvetti all’ennesima Amministrazione PD o vedere il Movimento 5 Stelle prevalere e assistere probabilmente allo stesso livello di approssimazione di Roma, Livorno e Torino. Come sempre, mi troverete disponibile dal vivo, sui social e via mail all’indirizzo info@diegobanti.it».
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