Nel segno dell’identità servoliniana la Pinacoteca Comunale ospiterà dunque questa inedita rassegna di 10 acqueforti-acquetinte riunite dal fiorentino Raoul Dal Molin Ferenzona in una preziosa cartella del 1921, la cui formidabile copertina costituisce l’icona della mostra in odore di esoterismo.
Se nel centenario dalla nascita, il 1979, il Comune di Livorno decise di realizzare una rassegna monografica dell’artista al Museo Progressivo d’Arte Contemporanea, oggi è la volta del Comune di Collesalvetti che presenta al pubblico questo straordinario ciclo religioso di uno degli artisti più raffinati accorsi nelle sale del Caffè Bardi, legato da rapporti di fratellanza spirituale con un protagonista del Novecento labronico quale Gino Romiti e recensito da un astro leggendario della bohème primonovecentesca quale Giuseppe Maria Del Chiappa.
Stimatissimo da Carlo Servolini che lo menziona nella sua Commedia Labronica delle Belle Arti con forbita riverenza, quale “incisor nato”, e al quale attribuì “pensieri sovrumani”, Ferenzona costituisce una conclusione programmatica del progetto culturale promosso dal Comune di Collesalvetti nella stagione del 2017 che ha registrato una crescita esponenziale sia in termini di affluenza che di proposta didattica. La stessa mostra dedicata a Ferenzona sancisce l’ampliamento strategico del raggio di indagine della storia dell’arte dell’Otto-Novecento al panorama nazionale e internazionale, sempre e comunque nell’osservanza della mission servoliniana.
FERENZONA ebbe infatti fama mondiale, dalla Moravia a Vienna, dove gli vennero intitolate importanti personali, ma anche il Museo di Livorno non mancò di riconoscergli la sua stima, al punto di acquistare proprio l’intero ciclo della Vita di Maria. Opera Mistica, oggi esposto nella sede museale colligiana in una tiratura proveniente da una collezione privata regionale: si tratta di una mirabile cartella contenente dieci acqueforti-acquetinte ritoccate all’acquarello (editrice Società “Universa”, Roma 1921), e arricchita da un fascicolo in brossura con testi di Dante, Suor Maria di Gesù, Giacomo da Voragine, San Luca, San Matteo, San Giovanni e altri testi tratti dal Cantico dei Cantici, dall’Apocalisse e dal Levitico, tutti corredati da disegni dell’autore.
Tra il 1906 e il 1908 Ferenzona si divide tra l’Aja, Bruges, Londra, Parigi, e ancora, Boemia, Germania ed Austria, ma proprio a Livorno scelse di coltivare relazioni di eccezione con imprenditori illuminati quali i fratelli Belforte e di produrre cicli incisori fondamentali per la sua carriera, quali AôB: enchiridion notturno: dodici miraggi nomadi, dodici punte di diamante originali (Misteri Rosacrociani – Opera n. 2), Livorno, Edizioni di Bottega d’arte, 1923, dedicato a Chopin, costituito da dodici poesie e dodici punte di diamante.
Al latere dell’omaggio a Ferenzona saranno presentate le otto incisioni di Carlo Servolini: Notturno (1931); Cieco con cane (1935 ca.); Cacciatori di frodo o Bracconieri (1937); L’Avarizia (1937); La gola (1937); Via Crucis – Verso il Calvario (1938); Pescatori livornesi o Risicatori livornesi (1940); L’Arca di Noè (1942), che costituiscono il lascito fondamentale della Pinacoteca Comunale colligiana, in un suggestivo raffronto di temi, stili e ragioni poetiche.
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