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LE PERPLESSITÀ DI RIFONDAZIONE COMUNISTA SUGLI INTERVENTI PER L’AREA DI CRISI COMPLESSA

Alberto Benedetti, segretario RC Collesalvetti

Stagno Rifondazione Comunista dice la sua sulla «tanto sventolata operazione di finanziamento delle aree di crisi complessa» che interessa anche il Comune di Collesalvetti. È affidata ad un lungo comunicato stampa la presa di posizione dei comunisti colligiani. Un comunicato che affronta i temi della re-industrializzazione e della ripresa occupazionale, che critica PD ( con le sue «passerelle romane») e vertici della Regione, non mancando di rilevare come «nessuna azienda nel territorio di Collesalvetti ha presentato domanda per il bando in questione».

«Ci piacerebbe – si legge nella nota – che qualcuno ci spiegasse alcune questioni nell’ambito della tanto sventolata operazione di finanziamento delle aree di crisi complessa di Livorno e provincia, volta alla ripresa occupazionale e alla re-industrializzazione del tessuto produttivo della nostra provincia. Premesso che le tanto paventate ondate di denaro pubblico promesse in campagna elettorale dal Governatore Rossi prima, ma dal resto del PD attraverso i propri ministri del governo Renzi, dopo, non si sono ancora realizzate».

«Se pensiamo poi alle passerelle romane, fatte in tempi recenti dai vertici del PD per definire gli accordi per i finanziamenti alle aziende in difficoltà, ma anche agli investimenti pubblici legati al miglioramento infrastrutturale dell’area livornese, ecco se pensiamo anche a tutto questo, i dubbi aumentano e le certezze diminuiscono».

«Ma andiamo per ordine. Sui protocolli d’insediamento nell’area di crisi complessa di Livorno. Lo scorso 12 maggio sono stati annunciati in pompa magna i destinatari dei finanziamenti dei protocolli d’insediamento nell’area di crisi complessa livornese, comprendente i comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano. Sono 8 le aziende dell’area che beneficeranno della prima trance dei 10 milioni, messa a disposizione dalla Regione Toscana nell’ambito del PRRI, per il co-finanziamento di programmi d’investimento tesi a lenire l’emorragia occupazionale dell’area di crisi complessa livornese. Ci siamo presi la briga di visionare sommariamente tutti i progetti approvati ed il quadro che ne emerge offre un chiaro/scuro che francamente non giustifica gli entusiasmi del Firenze-centrico Enrico Rossi».

«Vogliamo ricordare che il programma di riconversione e riqualificazione industriale (PRRI) prevede un investimento complessivo nell’area livornese di circa 580 milioni di euro, di questi, la maggior parte sono destinati ad investimenti infrastrutturali, come la Darsena Europa, sui quali, ad essere ottimisti, l’entusiasmo scema sempre più a partire dai soggetti politici ed economici proponenti. Solo 20 milioni sono destinanti al co-finanziamento diretto ad imprese che presentino programmi di riassorbimento del mare dei disoccupati livornesi, i 10 milioni dei protocolli appunto ed altri 10 milioni messi a disposizione del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) nell’ambito dellab legge 181/89, questi ultimi hanno subito un lungo stop a causa della mancata registrazione del PRRI da parte della Corte dei Conti, avvenuta, ci risulta, solo alcuni giorni fa».

«Delle 8 aziende selezionate, 3 hanno presentato programmi di sviluppo nel comune di Rosignano Marittimo, 5 in quello di Livorno, nessuna azienda nel territorio di Collesalvetti ha presentato domanda per il bando in questione. Ci risulta però che nel nostro territorio le aziende in attesa di finanziamenti siano molteplici e che tutte hanno personale sotto ammortizzatori sociali in attesa frenetica di rientro nella fase produttiva. Appare chiara la discrepanza tra il finanziamento regionale, a cui deve aggiungersi quello dell’azienda interessata con mezzi propri, rispetto all’occupazione prevista di soli 18 lavoratori e lavoratrici. Di quale mole di investimenti avrebbe bisogno allora Livorno per riassorbire tutti i suoi disoccupati?».

«Crediamo che, nonostante i toni trionfalistici, l’attenzione alla tematica occupazionale non sia stata adeguata e che la tendenza generale sia stata quella di sostituire finanziamenti privati già pianificati con risorse pubbliche a costo zero. A fronte di un finanziamento complessivo di  1.776.905,98 € tra Livorno e Rosignano, ci sembra poco l’incremento all’occupazione di sole 19 unità lavorative».

«Ci chiediamo inoltre se all’interno dell’Amministrazione di Collesalvetti qualcuno si sia posto il problema della non partecipazione, da parte delle aziende del proprio territorio a tali bandi e perché mai nessuno ne abbia mai parlato prima, o abbia dato spiegazioni in merito. Al di la di queste già gravi considerazioni, non ci è stato possibile risalire ad alcun meccanismo di revoca del finanziamento in caso di inadempienza del soggetto destinatario del protocollo relativamente all’attuazione del programma, e nessun meccanismo di verifica dell’affettivo incremento occupazionale al netto delle uscite».

«Riteniamo fondamentale che in tutti i bandi di questo tipo siano previsti meccanismi di revoca del contributo, troppe volte abbiamo assistito a cosiddetti imprenditori, travestiti in realtà da rapaci cacciatori, pronti a fare fagotto alla prima occasione una volta intascati i soldi. Il doveroso sostegno alle imprese non deve assolutamente prescindere dal valore originario che da esse deriva, quello della dignità offerta dal lavoro e qualsiasi intervento pubblico deve tenerlo presente».

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