L’appuntamento era per le 19 all’Osteria Bioste per le presentazioni degli ospiti. Numerosi gli invitati. C’era una rappresentanza di Slow Food, la Coldiretti, la Fisar, il presidente della Strada del Vino e dell’Olio della Costa degli Etruschi e due assessori (Crespolini e Fantozzi) assieme alla presidente del Consiglio Comunale (Visone) in rappresentanza del Comune.
Prima di sedere a tavola, per gli ospiti una passeggiata nel campo dove viene coltivato il grano antico, per vedere le ultime fasi della mietitura e poi nuovamente all’Osteria Bioste, nuovo nome de La Rondinaia. Un nuovo nome dal duplice significato: “bio” sta per biologico, ma è anche l’acronimo delle tre aziende della Tenuta: Bellavista, Insuese e Oliveta. Una realtà, questa, che da tempo è ormai impegnata in un percorso di valorizzazione del cibo genuino e di qualità, della corretta alimentazione. «Un percorso – ci spiega Sabina Vitarelli – che va molto a rilento, che richiede molta pazienza, ma siamo fiduciosi perché le persone tendono sempre più alla qualità. Come nei lavori contadini, bisogna avere molta pazienza».
«Era da tempo – ci spiega ancora la Vitarelli, tornando a parlare del protagonista della serata – che stavamo cercando di realizzare un piatto direttamente con il grano. Dopo vari studi, il nostro Riccardo ha inventato questa pietanza, una sua creazione. L’idea è nata da varie sperimentazioni in cucina, frutto della passione, amore per il prodotto… E dopo varie prove è venuta fuori questa fusione fra due ingredienti e gusti che si sposano benissimo».
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